In una canna da pesca si
distinguono l'elemento iniziale, sede della eventuale placca porta mulinello,
denominato calcio o piede; la parte mediana della canna
denominata corpo; e l'ultimo elemento denominato cimino o
vettino che risulta essere la parte più importante della canna.
Svariatissimi sono i tipi di canna presenti in commercio ed ognuno di essi
risponde a precise esigenze di pesca.
Infatti i diversi modelli disponibili si differenziano in base alla tecnica di
pesca adottabile, ai materiali utilizzati, alle misure e al tipo di azione.
Il materiale oggi utilizzato è
esclusivamente la fibra di carbonio preventivamente trattata ad elevate
temperature (1800 - 2500 °C) per ottenere materiali finali di qualità
differente, come ad esempio: Altissimo
Modulo, Alto Modulo, Super Alto Modulo, Carbonio HR (High Resistance), M36J, M40, M40J, M46, M46J, M50, M60, M60J, M53J, M55J etc.
Alla fibra di carbonio si affiancano resine purissime arricchite con
Cristalli Liquidi e fibre di Kevlar, per conferire agli elementi
maggiore rigidità e resistenza alle sollecitazioni di flessione e di
compressione.
Se dobbiamo acquistare una nuova canna da pesca, per prima cosa dobbiamo
chiederci a cosa ci serve, ovvero per quale tecnica di pesca e in quali
ambenti la utilizzeremo.
A questo punto per poter scegliere tra i vari modelli disponibili che meglio
si prestano alle nostre esigenze, dobbiamo esaminare alcune caratteristiche
fondamentali.
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La caratteristica
irrinunciabile che chiediamo alla canna da pesca, indipendentemente dalla
sua lunghezza, è la
sensibilità del cimino
unita ad una buona rigidità
complessiva, necessarie per
poter individuare facilmente la mangiata del pesce e per poter trasmettere
rapidamente la ferrata al terminale.
Le canne molto rigide sono indicate per il garista, in quanto consentono
di salpare rapidamente la preda, cosa fondamentale in una competizione, ma
di contro risultano molto delicate potendosi facilmente rompere o
danneggiare le fibre.
Inoltre dobbiamo tenere presente che le canne da lancio dovranno essere
semirigide, in modo da avere elementi più flessibili, che ci aiuteranno
nella fase di lancio sfruttando tutta la loro elasticità.
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La bilanciatura
è una caratteristica molto importante, infatti una canna sbilanciata
tende a cadere in avanti affaticando il braccio del pescatore.
C'è da tenere presente che tutte le canne, oltre i 9 metri di lunghezza,
anche se perfettamente bilanciate, tendono comunque a piegarsi in avanti
data la loro lunghezza.
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Il peso
della canna, è un altro fattore da tener presente, specialmente quando si
acquistano canne di lunghezza superiore ai 7 metri, perché una canna
troppo pesante renderà faticosa l'azione di pesca.
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Il diametro del
calcio della canna è anch'esso
da tenere in considerazione perché un diametro grande renderà la canna
più bilanciata, ma di contro ne aumenterà il peso e la renderà
complessivamente meno maneggevole, per cui bisogna trovare un compromesso.
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Per quanto riguarda la lunghezza
complessiva della canna da
pesca, dobbiamo ricordare la regola generale per la quale la lunghezza
della canna deve essere tanto minore quanto maggiore è la distanza che si
vuole raggiungere lanciando.
A questo proposito voglio precisare, onde evitare che qualcuno mi accusi
di dire castronerie, che la regola appena esposta in realtà è da prendere
con le pinze, nel senso che la lunghezza ottenuta in un lancio dipende da
tantissimi altri fattori, quali il tipo di canna e di materiale che
costituisce la canna, il tipo di lancio che viene adottato e soprattutto
la modalità corretta o meno con cui il lancio viene effettuato. Ovviamente
un confronto lo si può fare a parità di tutte le altre condizioni di
contorno, mulinello, filo imbobinato, piombo usato, forza impressa nel
lancio, vento, etc.
Se consideriamo le canne bolognesi da utilizzarsi col galleggiante, è
evidente che con le misure più corte potremo ottenere dei lanci più
lunghi, a parità di tutte le altre condizioni per il semplice fatto che
potremo caricarla maggiormente durante il lancio, come accade quando si
usa una classica bolognese da 5 metri. Se stiamo usando una bolognese di 7
è ovvio che non la caricheremo durante il lancio perché rischieremo di
romperla, ma sfrutteremo la sua maggiore elasticità ovvero l'energia
elastica accumulata durante la flessione che poi viene restituita nella
fase di rilascio. Questo perché trattasi di canne fondamentalmente
morbide, dotate di una certa elasticità, che pertanto accumulano l'energia
impressa nel lancio, parte la trasmettono al galleggiante o al piombi in
uscita, arte la dissipano all'interno come energia elastica. Se l'energia
elastica interna da dissipare supera un certo limite strutturale, questo
lavoro si traduce in rottura di uno o più elementi.
Discorso simile vale per le canne inglesi, ed anche in questo caso
l'esperienza mostra che le preferite sono le misure 3.90 e 4.20 che
consentono di essere caricate maggiormente rispetto alle misure 4.80
utilizzate essenzialmente in situazioni particolari in cui è richiesto
l'utilizzo di terminali lunghi.
Resta infine il discorso delle canne da surfcasting e da fondo, dove
ancora una volta si evince la regola della lunghezza. Trattasi di canne
essenzialmente corte, perché la loro caratteristica è la rigidità e poca
elasticità: in altre parole si desidera che l'energia fornita durante il
lancio all'attrezzo, si trasmetti attraverso lo stesso direttamente al
piombo imprimendogli una elevata velocità d'uscita e che solo una piccola
parte vada dissipata nell'attrezzo. Se la canna fosse lunga, sarebbe
inevitabilmente più elastica e di conseguenza sarebbe maggiore l'energia
persa, ma sarebbe anche impossibile bloccarla nella fase di chiusura del
lancio.
Se giocate a tennis, il discorso è identico alla racchetta da tennis: un
telaio morbido ed elastico e una lunghezza maggiore, aiuta il novello a
giocare ma un professionista utilizzerà un telaio rigido e in genere più
corto. Questo si traduce nell'imprimere velocità di uscita elevate alla
palla, ma richiederà di caricare in maniera potente e opportuna
(arrestando l'attrezzo) altrimenti la palla non supererebbe neppure la
rete.
Tutto questo ho voluto precisarlo, in seconda battuta, perché c'è sempre
chi è pronto a prendere certe affermazioni alla lettera, infatti per caso
ho letto la discussione
http://www.gatago.com/it/hobby/pescare/10689868.html dove la mia
affermazione è stata screditata, richiedendo pertanto un approfondimento.
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Infine, bisognerà fare
attenzione nella scelta degli anelli da
montare.
Nelle canne lunghe gli anelli hanno solo la funzione di guida per il filo
in quanto raramente effettueremo dei lanci, per cui il filo non è molto
soggetto ad usura, e quindi non è necessario montare anelli costosi di
elevata qualità, l'importante è che siano piccoli e leggeri per non
sbilanciare troppo la canna.
Nelle canne da lancio, invece, gli anelli oltre a guidare e sostenere il
filo, devono evitare di fare surriscaldare il filo a causa dei continui
lanci e recuperi della lenza, in quanto tale surriscaldamento usurerebbe
il filo in breve tempo.
Pertanto in quest'ultimo caso è importante montare anelli di qualità del
tipo rivestiti in SIC.
Passiamo
adesso ad analizzare le caratteristiche essenziali dei vari tipi di canne.
Queste canne sono prive di anelli, la lenza viene legata all’estremità del
cimino mediante un apicale o con altri sistemi.
Sono molto utilizzate nella pesca a galleggiante in quanto permettono un
ottimo controllo della passata, nella pesca al tocco (senza galleggiante)
rivolta a pesci di mezz’acqua e nella pesca ai muggini dalle banchine dei
porti.
L’assenza del mulinello e quindi il non poter sfruttare dello stesso i
vantaggi della frizione, rende il recupero del pesce, specie se di grossa
taglia, una esperienza entusiasmante ma anche difficile e impegnativa per il
pescatore.
La lunghezza di queste canne varia tra 1 e 11 metri anche se le misure più
utilizzare dal pescatore di mare,
garista a parte, sono quelle da 5 a 8 metri, con le quali è infatti possibile
affrontare un po’ tutte le tecniche di pesca.
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Le
canne corte (2 – 5 m), hanno una azione di punta, il diametro del
calcio è ridotto per cui spesso viene aumentato avvolgendovi uno strato
di sughero o neoprene, e sono impiegate nella pesca al tocco o con piccoli
galleggianti di pesci di piccola taglia.
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Le
canne lunghe (6 – 11 m), devono avere un’azione di punta in modo
che lavorino solo gli ultimi 2-3 elementi, essere ben bilanciate e il più
possibile leggere, altrimenti sarebbero inadoperabili.
Sono molto utilizzate per la pesca al muggine dalle banchine dei porti e
in generale nella pesca a galleggiante nei laghi.
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Azione di Punta
Si parla di azione di punta
quando solo il cimino della canna si flette sotto l’azione del pesce o
se la sottoponiamo a flessione forzata, per cui consente una ferrata molto
rapida ed ha poche oscillazioni nella parte finale.
E’ l’azione preferita dal garista che non ha interesse a stancare il
pesce prima di salparlo.
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Azione Semi Parabolica
L’azione è semiparabolica o
semi rigida quando, sottoponendo la canna ad una flessione forzata, oltre
al cimino si flettono anche il penultimo ed il terzultimo elemento.
Ovviamente la ferrata sarà meno rapida ma in compenso sarà più facile
stancare il pesce allamato, specie se di grossa taglia.
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Azione Parabolica o Morbida
L’azione è parabolica quando
sottoponendo la canna a flessione forzata, essa si flette in tutti i suoi
elementi formando un arco di parabola.
Ormai canne con questo tipo di azione non se ne trovano più sul mercato.
La bolognese è un’evoluzione della canna fissa sui cui elementi sono
montati gli anelli scorri filo e la placca porta mulinello, nata per
semplificare l’azione di pesca consentendo di lanciare la lenza a distanze
maggiori della lunghezza della canna (es. 15 – 30 m dalla riva).
La lunghezza di queste canne varia da 4 a 8 metri, ma la misura ideale che
consente di affrontare quasi tutte le situazioni di pesca in mare è pari a 6
metri.
Per quanto riguarda il tipo di Azione delle canne bolognesi, vale la stessa
classificazione fatta prima per le fisse.
Sul calcio della canna è indicata anche il Casting ovvero il massimo peso
lanciabile.
La bolognese in mare viene utilizzata quasi esclusivamente per la pesca a
galleggiante e raramente per pescare a lancetto con zavorre tra 5 e 15 gr.
Vediamo adesso le differenze tra canna fissa e bolognese.
La canna fissa permette di pescare ad una distanza limitata dalla sua
lunghezza, al contrario della bolognese che grazie alla presenza del mulinello
consentirà una gittata ben maggiore.
Un vantaggio della canna fissa consiste nella possibilità di pescare a
profondità maggiori senza problemi anche in presenza di mare mosso e vento;
la cosa sarebbe problematica con una bolognese pur utilizzando un galleggiante
scorrevole.
Altro vantaggio della canna fissa è quello di porre in pesca la lenza sempre
nello stesso punto, sfruttando al meglio la pasturazione.
Infine un vantaggio fondamentale della bolognese consiste nella possibilità
di agevolare il recupero di pesci di grossa taglia, sfruttando la frizione del
mulinello, requisito indispensabile quando si utilizzano terminali sottili.
Il nome di questa canna deriva da Roubaix, città del nord ovest della
Francia.
In pratica trattasi di una canna fissa costituita da una punta telescopica
nella quale si innestano delle prolunghe.
Le prolunghe possono essere dirette o inverse, a seconda che il pezzo di
diametro maggiore avvolga o s’inserisca in quello di diametro più piccolo.
E’ una canna molto rigida ad esclusione della sola punta, la cui lunghezza
raggiunge i 15 metri.
La posizione corretta di utilizzo è da seduto, facendo fulcro sulla coscia,
spostando il peso del corpo leggermente indietro per realizzare un’azione
bilanciante.
Trattasi di canne piuttosto lunghe (8 – 11 m) utilizzate per la pesca in
torrente, e in mare per la pesca in buca.
La caratteristica di questa canna consiste nella possibilità di poter variare
velocemente la lunghezza della canna adattandola alla distanza della buca da
sondare, grazie alla presenza sugli elementi di particolari boccole di
fissaggio.
Queste boccole possono essere di due tipi:
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Ci sono
delle boccole piuttosto complesse e pesanti che consentono di richiudere i
vari elementi della canna in maniera quasi continua ovvero di bloccarli in
vari punti.
L’aspetto negativo è quello di far lavorare male alcuni elementi col
rischio di romperli; infatti queste boccole vengono impiegate esclusivamente
su canne teleconiche, avendo queste gli elementi rinforzati con fibre di
carbonio o kevlar incrociate.
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L’altro
tipo di boccole sono quelle a regolazione fissa, che permettono il bloccaggio
dei vari elementi alla base, risultando pertanto più affidabili per
l’integrità della canna ed anche più leggere.
Questo tipo di canna è l'attrezzo base per la pesca all’inglese, ovvero con galleggiante fisso o
scorrevole fissato alla lenza per la sua estremità inferiore.
La classica canna all’inglese è un attrezzo ad innesti costituito da 3
elementi (Match rod), il primo dei quali porta l’attacco per il mulinello,
l’impugnatura rivestita di sughero ed un anello scorri filo all’estremità.
L’attacco per il mulinello può essere fisso o mobile (realizzato con due
anelli di materiale plastico) ed è sistemato piuttosto in alto per poter
meglio impugnare e caricare la canna durante il lancio.
Il secondo e terzo elemento montano molti anelli scorri filo di piccole
dimensioni, necessari ad evitare l’arresto del monofilo sulla canna stessa
quando la si tiene semi-immersa in acqua durante l’azione di pesca onde
evitare lo spostamento del galleggiante a causa del vento.
La lunghezza tipica di queste canne è di 4,30 metri, ma se ne trovano di
lunghezze variabili tra 3,90 e 4,90 metri.
Una variante è costituita dalla canna all’inglese telescopica,
caratterizzata da un’azione simile a quella ad innesti, con un’azione di
punta più accentuata, e con molti anelli montati su pezzetti di carbonio
scorrevoli, in modo da avere anche in questo caso molti anelli ravvicinati per
evitare gli inconvenienti prima esposti.
La potenza di lancio delle canne all'inglese varia a seconda del
modello, tra pochi grammi (in genere 3 - 5 gr) fino ad un massimo di 35 gr.
Esistono modelli particolarmente robusti che permettono di lanciare fino
a 60 - 80 gr di zavorra.
Un tipico casting è 10 - 25 gr che ci permette di affrontare un po' tutte le
situazioni di pesca.
Consigli per l' acquisto
Dovendo acquistare una canna all'inglese del tipo match rod, sono preferibili
i modelli con innesti del tipo a spigot che risultano essere più
robusti e conferiscono una migliore azione alla canna.
Inoltre è preferibile l'impugnatura in sughero sagomato e l'attacco per il
mulinello, fisso e sistemato nella parte alta dell'impugnatura.
I campi di gara non sono tutti uguali tra
loro ma presentano caratteristiche differenti da regione a regione, ma anche a
seconda del periodo dell'anno.
Cambiano anche i pesci presenti, quindi alcune spiagge presenteranno la
prevalenza di alcune specie ittiche rispetto ad altre.
Per la necessità di adeguare l'attrezzatura a queste esigenze diverse,
esistono differenti modelli di canne da surf casting.
I materiali più utilizzati sono la fibra di carbonio, il kevlar e il titanio,
che untiti a tecniche sofisticate di lavorazione, forniscono attrezzi di
ottima qualità.
Nel Surf casting si utilizzano zavorre tra i 100 e 170 gr. a cui si
aggiungerà il peso dell'esca che sarà più o meno influente a seconda del
suo volume: questo peso complessivo deve essere confrontato con la potenza
di lancio caratteristica della canna in uso.
A prescindere dalla potenza di lancio, una buona canna da surf casting deve
possedere 3 requisiti fondamentali:
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Una buona sensibilità del vettino nel
segnalare le mangiate dei pesci più diffidenti.
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Una sezione del calcio, una lunghezza ed
un peso complessivo tali da non affaticare il pescatore.
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Una struttura ed elasticità tale da
stancare le prede più combattive, riducendone il tempo necessario per il
recupero.
Nella scelta si tende a preferire le canne
con azione di punta, in cui rientrano:
CANNE
A RIPARTIZIONE DI SEZIONE (CARDS)
Queste canne sono
disponibili sia in forma telescopica che ad innesti.
Caratteristica comune è la possibilità di individuare 3 sezioni attive della
canna, ognuna delle quali ha un compito ben preciso:
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LA PUNTA
E' un segmento piuttosto morbido e sensibile, in modo da segnalare anche
le mangiate più delicate.
Inoltre è caratterizzato da una notevole elasticità tale da stancare i
pesci più combattivi durante il recupero, riducendone i tempi.
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L' ARCO
E' la seconda sezione, quella mediana e flettente della canna.
La flessione di questa sezione e l'energia elastica accumulata saranno
ovviamente proporzionali alla forza impressa dal pescatore nella fase di
lancio.
Inoltre questa sezione tenderà a flettersi anche durante il recupero dei
pesci grossi e combattivi aiutando la punta nell'azione di assorbimento
degli strattoni più violenti.
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IL MANICO
Realizzato con materiali
particolarmente rigidi che gli conferiscono le caratteristiche di una
leva.
Il compito di questa sezione è quello di imprimere la massima velocità
nella fase di lancio, oltre quello di sostenere il mulinello e consentire
una buona impugnatura.
CANNE
PER IL LIGHT CASTING
Caratterizzate da una
sezione piuttosto sottile, leggerezza, maneggevolezza, ridotta
sezione del cimino che conferiscono all'attrezzo una elevata sensibilità.
Mantengono una buona rigidità della parte mediana e terminale che consentono
di lanciare zavorre abbastanza pesanti anche se inferiori a quelle consentite
dalle CARDS, coprendo pertanto delle lunghezze di lancio inferiori.
Come nota generale sulle canne da surf casting, bisogna
ricordare che la lunghezza della canna ed il suo peso devono essere scelte
compatibilmente con la struttura fisica e la corporatura del pescatore, al
fine di non creare danni alle articolazioni e nel contempo sfruttare al meglio
le caratteristiche della canna.
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