Ci sono alcune condizioni
meteomarine particolarmente favorevoli alla pratica di questo tipo di
pesca.
In percentuale ci sono molte condizioni inadatte ed è proprio su queste che
voglio attirare l’attenzione.
Siamo tutti bravi pescatori, ma per quanto esperti la passione ci frega il più
delle volte.
Continuiamo a pescare nonostante con precisione matematica
non potremmo mai avere delle abboccate, il fatto di poter passare il sabato e la
domenica a mare e quindi avere tempo a disposizione non deve farci abbassare il
livello di attenzione all’osservazione dei fenomeni meteorologici e lunari.
La percezione di questi fenomeni e l’applicazione di alcune regole fondamentali
ci permettono di ridurre al minimo le possibilità di cappotti totali.
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Regola
fondamentale e basilare: ci devono essere i pesci.
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Regola
fondamentale n° 2: quando si ha una tendenza barica in aumento,
quindi non stazionaria, in corrispondenza di bassa marea, possiamo stare a casa
se vogliamo trainare in acque basse ( 1,5 – 10 mt.).
In poche parole, acqua chiara e bassa marea sono l’ideale per un cappotto
totale. Se c’è la luna poi, cambiamo hobby.
In contrapposizione a questo fenomeno però, se la pressione atmosferica è in
diminuzione, la marea è montante e la luna o non c’è o coperta dalle nubi,
tuffiamoci a pescare perché se si fanno tutte le cose giuste e ci sono i pesci,
è fatta.
Come possiamo sapere se ci sono i
pesci?
I predatori si muovono in simbiosi con le prede, i famosi pesci esca.
La catena alimentare è sempre in movimento; si sposta e si muove in
continuazione, a seconda delle stagioni e del termoclino che si viene a creare.
Le calde e calme acque delle zone portuali fanno da richiamo
ai banchi di aguglie e cefalotti, piccole vope e sugarelli. Le scogliere sono
fonte di cibo e offrono migliaia di tane sicure. La stagione fredda è il momento
migliore per pescare sotto costa.
Il vento
Trainare con il vivo quando c’è vento è un problema. Data la
bassissima velocità di traina, la barca verrà a seconda della direzione,
spostata, frenata, inclinata.
Sarà molto difficile tenerla nella posizione giusta e tenere anche la esche
nella posizione giusta.
Le esche subiranno una componente laterale al loro nuoto determinata dallo
scarroccio dell’imbarcazione, sembrerà un nuoto innaturale.
Rinunciare a pescare è un segno di maturità, oppure uno stratagemma da adottare
è trainare con l’esca morta, calamaro o aguglia. In questo caso la velocità può
essere di 2/2,5 nodi e si fronteggia meglio il vento.
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Regola fondamentale n° 3:
I pesci predatori non passano tutta la loro vita a predare, in genere hanno due
o tre momenti al giorno di massima attività, la cosiddetta frenesia alimentare (alba,
tramonto e ore centrali).
Al di fuori di questi momenti può succedere di far passare le esche sotto al
loro naso e non attaccano. Cercare di far coincidere le pescate con questi
momenti è il massimo, tutto può succedere negli altri momenti ma ritengo
deleterio l’atteggiamento tipo “alla speriamo” in una.
La Luce
Altro fenomeno importantissimo è la luce. L’osservazione della luce e della sua
direzione e altezza è importantissima.
Più il sole è basso (alba e tramonto) e più
le ombre sono lunghe, come a terra così a mare. Più le
ombre sono lunghe e più ampie sono le zone dove i pesci predatori saranno in
agguato.
Quindi potremmo ampliare le nostre zone di esplorazione rispetto alle cigliate o
i salti batimetrici. Quando la corrente proviene dalla stessa direzione della
luce si ha una situazione eccezionale, anche i pesci esca si riparano dalla
corrente dietro le cigliate o lungo le pareti sempre e solo sottocorrente.
Più il sole si alza, più le ombre si
accorciano e più la zona dove insistere a pescare si restringe.
Quando il cielo è nuvoloso, così come l’aria
anche l’acqua è grigiastra, i colori si neutralizzano e il predone allarga il
proprio raggio di azione. Anche il colore dell’acqua ha la sua importanza e al
di là della torbidità può assumere diverse colorazioni.
La colorazione è dovuta in parte a fattori meteorologici e in parte alla
consistenza e alla qualità del fondale che può essere sabbioso, fangoso, pieno
di alghe o roccioso.
L’acqua può assumere diverse colorazioni anche a strati.
Lo strato superficiale può essere torbido mentre in fondo c’è l’acqua limpida,
difficilmente accade il contrario.
Quando piove l’acqua si intorbidisce a causa
del terreno che cola via dalle rocce e dal fango che si riversa a mare dalle
foci disegnando a mare delle vere e proprie macchie o linee ben demarcate.
Pescare lambendo la separazione tra l’acqua pulita e quella torbida è cosa
buona. Le colorazioni verdognole con la luce naturale del sole mettono in
risalto i colori azzurri, vedi il dorso dell’aguglia. Mentre le colorazioni
marroncine, sempre con la luce del sole mettono in risalto il nero, vedi dorso
del cefalo.
Comunque a mare il colore più attirante è il bianco, vedi ventre dei pesci.
Alcuni pesci come le ricciole vogliono l’acqua pulita e
azzurra, altri tipo il serra e la spigola, prediligono le acque torbide.
Un calamaro vivo si vede in qualsiasi colore
dell’acqua, la seppia ha il mantello
iridescente si vede sempre anche di notte. Anche il
gamberetto si vede di notte, grazie ai suoi occhi iridescenti.
Analizzate tutte le condizioni spiegate e capirete molto
facilmente che sono più le condizioni inadatte che quelle adatte per praticare
la traina con il vivo ma ricordatevi che ci sono delle situazioni meteo che sono
adattissime ad altri tipi di pesca, tipo quando dalle nostre parti imperversa lo
scirocco e di pescare a traina non se ne parla proprio, ed è in quel momento che
ognuno di noi deve tirare il coniglio dal cappello.
Io tiro fuori il mio coniglio, la mia cannetta da spinning e girovago per
scogliere e piccole foci a razzolare le spigole.
Utilizzo le esche artificiali o indovinate un po? Un bel
cefalotto vivo.

Nella Foto: catture realizzate col cefalotto vivo
Dal prossimo articolo tratterò i
pesci singolarmente e le particolarità delle tecniche di innesco e di
affondamento dell’esca in funzione dei pesci e dell’attacco che portano.
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