La Pastura è assieme all’Esca l’elemento più importante per ottenere i
migliori risultati in una battuta di pesca, infatti senza un’adeguata e
mirata Pasturazione non ci si può aspettare altro che delle catture
sporadiche e casuali.
Compito base della Pastura è quello di far avvicinare nella zona di azione
delle nostra lenza i pesci che vogliamo insidiare, ma se utilizzata e
realizzata in maniera corretta, riuscirà anche a mantenerli in zona, cosa
importantissima specialmente durante una gara di pesca.
In genere qualsiasi tipo di Pastura realizzata risulterà appetibile dai pesci,
per cui anche se l’impasto preparato non è dei migliori come ingredienti
utilizzati, la cosa più importante è che venga utilizzata nella maniera
corretta.
Ovviamente ciò non è valido in competizione perché essendo la distanza tra i
concorrenti molto ridotta, il pesce preferirà avvicinarsi e restare nella zona
in cui la pastura è migliore.
Il componente base della Pastura da mare è la
Sarda macinata
preventivamente con un passa carne e mescolata con del sale doppio da
cucina, abbinata ad uno Sfarinato che sceglieremo tra quelli in
vendita nei negozi di pesca in base al tipo di pesca che vogliamo effettuare
ovvero in base al tipo di pesce che vogliamo insidiare.
Il tutto verrà mescolato insieme con l’aggiunta di acqua
di mare nella quantità idonea a conferire la giusta consistenza
all’impasto, ed infine ognuno potrà personalizzare la Pastura così
realizzata con altri Ingredienti (Farine) Fondamentali e
Complementari, e con Aromi Additivi.
Il Sale doppio serve a conservare surgelata la sarda nel caso non venga
utilizzata subito, evitando che la stessa si congeli completamente, e
soprattutto servirà a far sciogliere più facilmente la sarda in acqua nel
momento del suo utilizzo.
La regola generale è quella di utilizzare sale in quantità variabile
dal 20% al 40% del peso della sarda utilizzata, a seconda del tipo di pesca
che faremo ovvero al tipo di pastura che dobbiamo realizzare: Pastura
da fondo, Pastura da mezzofondo, e Pastura da superficie.
Questo tipo di classificazione serve a definire la profondità alla quale la
Pastura deve sciogliersi e quindi realizzare la massima azione attirante nei
confronti dei pesci.
Gli sfarinati in commercio,
qualunque sia l’azienda produttrice, sono suddivisi in:
Sfarinato
da Superficie
Questo Sfarinato è caratterizzato
da una grana molto fine studiato appositamente per la pesca in superficie.
La colorazione di tale Sfarinato asciutto si presenta di colore biancastro,
molto polverizzato ed al tatto poco consistente, con una piccola percentuale
di grani più compatti.
Il profumo è di solito molto gradevole ed ha caratteristiche dolciastre.
Quando bagneremo questo sfarinato, il suo colore diverrà leggermente più
scuro, e specialmente se la quantità d’acqua utilizzata è insufficiente,
presenterà una certa collosità.
Pertanto la maniera migliore di procedere è quella di aggiungere poco per
volta lo sfarinato, ad una base di pastura bagnata abbondantemente.
Questa operazione è molto delicata ed importante perché solo se effettuata
nella maniera corretta, ci permetterà di ottenere una pastura che si
scioglierà alla profondità desiderata, in particolare in superficie se la
realizzeremo molto lenta, oppure al di sotto di questa se la manterremo più
compatta.
L’utilizzo di questa Pastura è rivolta alla cattura di piccoli pesci come
boghe, castagnole, salpe, latterini, e risulta essere una classica pastura da
gara in quanto la pesca di superficie risulta essere vantaggiosa in termini di
velocità.
Sfarinato
da Mezzofondo
Questo tipo di Sfarinato è
caratterizzato da una grana medio fine, ed è l’ideale per la pesca di
mezzofondo, ma anche per la pesca di fondo su fondali poco profondi.
La colorazione di questo sfarinato è sempre piuttosto chiara, al tatto poco
consistente ed anche in questo caso la grana grossa è presente in percentuale
bassissima.
Presenta uno spiccato profumo di formaggio pur non essendo questo il suo
componente prevalente.
Una volta bagnato, la sua colorazione assume una tonalità più scura, a causa
essenzialmente della presenza di farina di pesce.
Con questo tipo di sfarinato, è importante l’aggiunta di sarda macinata e
salata, risultando particolarmente importante quando la pesca è rivolta alle
boghe ed ai cefali in acque poco profonde.
Questo tipo di sfarinato è molto adatto all’aggiunta di farina di Gambero
nella percentuale di circa il 10%.
Sfarinato
da Fondo
Questo tipo di Sfarinato è invece
caratterizzato da una grana piuttosto grossa, percettibile anche al tatto, ed
adatto esclusivamente alla pesca di fondo.
La colorazione è più scura degli altri due tipi per la presenza di farina di
pesce, ed ha un profumo predominante di formaggio.
Il suo utilizzo più indicato è nella pesca al cefalo e al sarago, ed in
particolare per la pesca del cefalo sarà importante la presenza di sarda
macinata.
Spesso in questo tipo di sfarinato è presente una certa quantità (decisa
dall’azienda produttrice in base all’esperienza) di farina di Arachide di
cui se ne sfrutta la proprietà slegante, importante per evitare che la
pastura diventi eccessivamente collosa, restando quindi abbastanza friabile
anche dopo aver aggiunto la sarda macinata.
Anche questo tipo di sfarinato è molto adatto all’aggiunta di farina di
Gambero nella percentuale di circa il 10%.
Infine, se impastato e lavorato correttamente, questo tipo di sfarinato può
assumere una consistenza molto compatta, tale da poterlo efficacemente
utilizzare come Pastella da innescare all’amo.
Nella Pastura da Superficie la
percentuale di sarda macinata può essere molto variabile a seconda delle
abitudini locali del pesce, al tipo di pesce insidiato (ad esempio le boghe ed
i cefali di superficie gradiscono molto la presenza della sarda) e soprattutto
a scelte personali.
In particolare, la sarda potrebbe anche essere completamente assente in questo
tipo di pastura.
Nella Pastura da Mezzofondo e in quella da Fondo, la presenza di sarda
macinata e salata è sicuramente essenziale nella pesca del cefalo, e comunque
in generale, essa sarà presente in percentuale anche in questo caso
dipendente da scelte personali.
In particolare alcuni pescatori preferiscono inserire la sarda macinata in
quantità uguale allo sfarinato utilizzato, altri invece preferiscono ridurre
la percentuale della sarda al 50% dello sfarinato.
In particolare nella Pastura da
Mezzofondo e da Fondo, l’aggiunta fondamentale è costituita dal
Pane,
meglio se tostato, che
serve a dare volume allo sfarinato acquistato.
Esistono diversi tipi di Pane, anche a seconda della provenienza
regionale, per cui è necessario effettuare una distinzione.
Il comune Pane bianco da tavola,
essiccato e macinato più o meno grosso, è sicuramente l’ingrediente
maggiormente utilizzato in molte pasture da fondo, in percentuale variabile ma
che in alcuni casi può anche superare il 50% del totale dell’impasto.
Questo tipo di Pane oltre a possedere spiccate proprietà leganti e nutritive,
è capace di assorbire grosse quantità di acqua, per cui nella fase di
bagnatura della pastura dovremo porre molta attenzione, bagnandola poco per
volta.
Un modo per ridurre la collosità di questa farina consiste nel tostarlo, il
che può essere utile nel caso dobbiamo aggiungere altre farine leganti
all’impasto.
Il Pane all’olio
è un'altra farina molto utilizzata nella preparazione delle pasture, tenendo
conto però che è molto più legante e nutriente del Pane bianco comune.
Il Pan-carrè,
privato delle croste, macinato ed essiccato, produce una farina bianchissima,
molto fine e legante, valida alternativa al Pane bianco specie quando si vuole
utilizzare la pastura per trasportare sul fondo vermi o bigattini meglio se di
colore contrastante (ad esempio rossi).
Il Pane integrale,
scuro e ricco di fibre, risulta essere il meno legante di tutti ed anche il
meno nutriente, pertanto è molto indicato nella preparazione delle pasture da
fondo (su fondali bassi) ed in particolare da mezzofondo.
In alcuni negozi di pesca, specie in quelli che trattano le pasture per le
acque interne, è possibile trovare il Pane belga, caratterizzato da un colore
marrone scuro, assolutamente slegante, utilizzato essenzialmente come elemento
di base nelle pasture da mezzofondo, e come elemento non legante in quelle da
fondo.
In genere non aggiungeremo mai del Formaggio,
perché esso è già presente in quantità più che sufficiente nello
sfarinato.
Il Semolino e la farina Gialla
possono essere due elementi sleganti molto importanti ad effettuare
un’azione bilanciante nei confronti della sarda macinata che al contrario è
fortemente legante, specie se povera di sale.
Altro Ingrediente fondamentale sono i Biscotti:
in tal caso dobbiamo distinguere tra la farina che si ricava dalla macinatura
dei Biscotti secchi e quella che si ricava dai
Biscotti grassi.
I Biscotti secchi
(ad es. Oro Saiwa, fette biscottate, marie, etc.) non contengono grassi e sono
poveri di zucchero, per cui con essi si realizza una farina leggera, poco
legante, poco nutriente, ideale per realizzare pasture rivolte alla pesca di
minutaglia in superficie o a mezz’acqua; in questi tipi di pasture la
percentuale della farina di Biscotti secchi sarà al massimo del 30-40% del
totale dell’impasto.
I Biscotti grassi (ad es. frollini, biscotti al cacao, biscotti alle mandorle,
etc.) sono ricchi di zuccheri e di grassi, per cui con essi si realizza una
farina molto dolce, molto nutriente e fortemente legante, ideale per
realizzare pasture da fondo; in queste pasture la percentuale di Biscotti
grassi non deve superare il 20% del totale dell’impasto altrimenti otterremo
un impasto colloso che tra l’altro sazierebbe il pesce.
Altri ingredienti che potremo
aggiungere alla pastura così preparata, sono la farina
di Gamberi, la farina
di Arachidi e farina
di Canapa in alternativa al Semolino
e alla farina Gialla.
La Farina di Gamberi sarà fortemente indicata quando abbiamo intenzione di
utilizzare gli stessi Gamberi come esca.
Sicuramente l’efficacia che questa farina possiede in pesca è eccezionale,
ma di contro c’è il suo costo piuttosto elevato.
La Farina di Arachidi, di colore marrone chiaro, presenta caratteristiche
identiche alla Farina di Canapa.
Entrambe le farine, infatti, essendo ricche di sostanze grasse ed oleose,
possiedono spiccate proprietà leganti e nutrienti, e per tale motivo il loro
impiego è indicato essenzialmente nelle pasture da fondo, dove comunque la
percentuale non dovrà superare il 15% del totale dell’impasto.
A completare la composizione della
pastura possono concorrere, in dosi minime, altre sostanze aromatizzanti e
persino coloranti in polvere.
Coriandolo, anice, anice stellato,
finocchio, cumino, liquirizia, vaniglia, latte in polvere, sali minerali,
proteine, stimolanti di appetito, etc.
Questo componenti non fondamentali, rappresentano quel tocco in più che ogni
pescatore agonista e non, cerca di dare alla sua pastura per personalizzarla e
renderla appetibile ad una specie di pesci in particolare.
In genere tutte le sostanze aromatizzanti servono a stimolare l’olfatto del
pesce, ed il loro utilizzo è da preferirsi essenzialmente nei mesi freddi,
mentre dovrebbe essere evitato nei mesi caldi.
Le varie sostanze aromatizzanti sono in vendita nello stato in polvere e come
estratto liquido, nei negozi di pesca specializzati ma anche nelle
erboristerie in quanto sono spesso ingredienti utilizzati dalle pasticcerie.
Descriviamo qualcuno di questi aromatizzanti.
La Vaniglia,
ad esempio, è un potente dolcificante usato molto in pasticceria, che può
essere utilizzato in dosi piccole ( minori del 10%) in quelle pasture
indirizzate alla minutaglia in superficie e a mezz’acqua.
Il Cumino
è invece una sostanza con caratteristiche stimolanti e digestive.
Il Coriandolo
è un potente stimolante, spesso usato nella pesca dei cefali a fondo, è
indicato esclusivamente nei mesi freddi.
La regola generale è quella di non esagerare con questi additivi,
evitando di cadere nella tentazione di forzare le dosi pensando di aumentare
l’efficacia della pastura: essi vanno utilizzati singolarmente o al massimo
a coppie, per evitare di creare un miscuglio che allontani il pesce anziché
avvicinarlo.
Questa operazione è molto delicata
ed importante perché solo se effettuata nella maniera corretta, ci permetterà
di ottenere una pastura che si scioglierà alla profondità desiderata.
Il sistema migliore consiste nel preparare la Pastura direttamente sul luogo
di pesca, utilizzando un grosso contenitore possibilmente circolare, in cui
scioglieremo la sarda macinata con dell’acqua di mare ed aggiungeremo
gradualmente lo sfarinato scelto, fino ad ottenere la consistenza desiderata.
Col passare del tempo la Pastura tende ad asciugarsi e quindi ad indurirsi, la
consistenza ottimale sarà raggiunta quando riusciamo a maneggiarla bene e
tende a compattarsi se pressata nel palmo della mano.
Se avremo conferito alla Pastura tale consistenza ottimale, allora potremo
stabilire la profondità alla quale vogliamo che si sciolga completamente,
stringendo od allentando la pallina di pastura nella nostra mano prima di
lanciarla in acqua.
In questo modo potremo facilmente adattare la pasturazione alle migrazioni
verticali che il pesce effettua durante il periodo di pesca, dovute a vari
motivi fra cui le condizioni meteorologiche, la corrente e la situazione della
marea.
Quanto detto risulta particolarmente rivolto alla pesca a Fondo ed a
Mezz’acqua, mentre per la pesca di Superficie, la preparazione della pastura
è piuttosto semplice, dovendo sciogliersi praticamente al contatto con
l’acqua o comunque entro pochi centimetri dalla superficie.
Per la pastura di Fondo, bisogna invece tenere in considerazione anche un
ulteriore problema legato alla conformazione del fondale.
Infatti in una scogliera, è facile che la pastura finisca tra gli anfratti più
profondi tra gli scogli sul fondale, attirando dietro di se il pesce, che
quindi si disinteresserebbe dell’esca sull’amo, allontanandosi dallo
stesso.
In questi casi o comunque quando notiamo che l’effetto di richiamo della
pastura non è buono, dobbiamo optare per far sciogliere la pastura prima
dell’arrivo sul fondo.
Al contrario, nel caso di un fondale piatto, risulta più conveniente far
lavorare la pastura a diretto contatto col fondo, conferendo alle palline di
pastura un consistenza molto compatta, e lanciandone in abbondanza.
Alla pastura, dopo averla già
bagnata, potremo aggiungere della sabbia
per appesantirla, per aumentarne la quantità oppure per renderla più
compatta.
Se ad esempio ci accorgiamo che nella zona di pesca ci sono forti correnti,
potremo utilizzare la sabbia per appesantire le palle di pastura in modo che
le stesse raggiungano velocemente il fondo.
Allo stato attuale basta entrare in
un negozio di pesca per poter acquistare lo sfarinato adatto al tipo di pesca
che intendiamo effettuare: ne troviamo di tutti i tipi, alcuni di base altri
già contenenti gli additivi più indicati.
Trattasi di pasture nate dalla collaborazione delle aziende produttrici con i
Campioni del settore agonistico, e quindi sulla loro qualità ed efficacia in
pesca non ci sono dubbi.
Alla luce di quanto detto, è spontaneo chiedersi: ma conviene prepararsi le
pasture da soli?
Sembrerebbe proprio di no, ma tuttavia la preparazione personale della pastura
è un’esperienza importante che ogni pescatore sportivo dovrebbe provare
almeno per poter meglio capire quelle che sono le caratteristiche dei vari
ingredienti utilizzabili, ed osservarne il comportamento in pesca.
In questo caso, tutto quello che occorre, oltre agli ingredienti e solo del
tempo libero e buona volontà.
All’inizio sarà opportuno cominciare a realizzare ricette semplici che
portano in conto non più di 5 ingredienti: sarda, pane, formaggio,
biscotti, arachidi (o canapa), tenendo conto che la percentuale maggiore sarà
occupata dalla sarda e dal pane.
Poi dopo aver trovato una composizione ottimale potremo cominciare ad
aggiungere un additivo per ogni prova che vorremo effettuare e testarne il
comportamento in pesca, effettuando anche un confronto.
Pasturare bene equivale a pescare
bene.
Per poter pasturare bene è necessario porre attenzione ad alcuni fattori: la
corrente, la presenza del pesce, la
profondità del fondale e
quella a cui
staziona il pesce che stiamo insidiando.
Solitamente si inizia lanciando in acqua nella zona in cui intendiamo calare
la lenza, e un po’ più distante da tale zona, un grosso quantitativo di
pastura variabile da 500 gr ad 1Kg, per poi ridurre velocemente tale
quantitativo col passare dei minuti, quando il pesce è ormai in zona.
A questo punto dovremo solo mantenere pasturata la zona lanciando in acqua
piccole palle di pastura, grandi quanto una nocellina, in maniera regolare ma
senza eccedere per evitare l’effetto negativo di spaventare o saziare il
pesce.
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