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La Barca da Pesca :: I Parte
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Testo di  Davide Castellano
Fotografie di  Davide Castellano
Data Pubblicazione  05/06/2005

Orientarsi nell’intricato mondo delle barche e della cantieristica è molto complicato, lo scopo di questa serie di articoli è quello di fornire un valido aiuto a chi sta per accingersi a destinare molto del suo tempo a questo tipo di attività, la scelta della propria barca, che può durare anche mesi e mesi.

La barca è parte integrante dell’attrezzatura da pesca, perciò è importante aver capito fondamentalmente che tipo di pesca si vuole praticare, è l’azione di pesca che disegna la barca e non viceversa.
Per esperienza diretta limiterò le analisi e le considerazioni a una barca da pesca attrezzata sia per la traina con l’esca viva che per il bolentino o per il drifting leggero, che non costi troppo, che sia facile da gestire e che dia la possibilità estiva di fare un bagnetto e di proteggere il pescatore in modo sufficiente nei mesi invernali, ricordiamoci sempre che andiamo a pescare, spruzzate e piogge sono all’ordine del giorno.

Va detto che il nostro ingegno ci porta a trovare soluzioni comode o meno per tutte le barche, possiamo trainare con il vivo con i gozzi, i gommoni, le barche a vela o altri tipi di barche ma pensiamo un attimo se potessimo scegliere e attrezzare una barca adatta a noi e al nostro tipo di pesca.
Non esiste una barca perfetta e ognuna ha pregi e difetti, cerchiamo di evitare in parte i difetti.


Nella Foto: la mia 'Pinnagialla' in azione

Visto che la barca svolge un ruolo fondamentale nell’azione di pesca, pensiamo quali sono le valutazioni che dobbiamo fare per inquadrare il tipo che fa al nostro caso ponendoci questi quesiti:

Quanti mesi all’anno dedichiamo alla pesca?
questa domanda è fondamentale perché la risposta ci orienterà su un modello open se peschiamo solo d’estate oppure con un minimo di cabina se peschiamo anche d’inverno. Alcuni cantieri offrono attualmente sul mercato diversi modelli cosi concepiti (peche promenade) ma se limitiamo la scelta a budget limitati esistono solo pochi prodotti in grado di soddisfarci appieno, fortunatamente sono prodotti italiani realizzati da cantieri affermati.

Nel caso pescassimo solo d’estate l’offerta è più ampia ma anche molto impersonale, il mercato è saturo, i modelli si assomigliano tutti tanto da perdere identità e poi altro fattore importante è che gli appassionati di pesca identificano visivamente in alcune sagome ricorrenti le barche destinate alla pesca e non è solo questione di gusti personali, la barca da pesca nell’immaginario collettivo ha determinate caratteristiche stilistiche che si riflettono nella funzionalità.

Personalmente ho scelto una barca di solo 6 metri che ha un pozzetto ampio e il collegamento diretto e senza gradini con la parte coperta e protettiva, 2 cuccette per un cambio o per un sonnellino e per riporre al riparo le attrezzature come le canne e i mulinelli e tanti gavoni per riporre altre cose.

Perché soli 6 metri?
Considerazione principale e che le condizioni meteomarine per praticare la traina con il vivo devono essere buone se non ottime, la barca deve avere una manovrabilità eccezionale anche alle basse andature (quasi da fermo), pescaggio minimo e grande stabilità laterale.
Tutto sotto controllo insomma, quando tira vento, c’è corrente e si alza il mare non si pesca bene nemmeno con una barca americana di 9/10 metri, e poi 6 metri sono una misura commerciale, facile da rivendere e dal prezzo di acquisto abbordabile, mantiene il mercato, è carrellabile, facile da rimessare con costi contenuti e soprattutto si possono effettuare comodamente anche altri tipi di pesca come il bolentino o il drifting leggero.

Motorizzazione fuoribordo o entrobordo? A benzina o a gasolio?
Fuoribordo naturalmente, a costo di polemizzare con tutti gli amanti delle motorizzazioni entrobordo.
Perché? Oggi giorno i motori fuoribordo 4 tempi hanno una affidabilità eccezionale, sono veri e propri motori di auto adattati al marino e pronti a macinare miglia su miglia con consumi del tutto normali, la mia barca (quella delle foto) è equipaggiata con un motore 90 cv 4 tempi, plana a 12/14 nodi e con il motore regolato a 4.000 giri e cioè a due terzi delle possibilità cammina a 20 nodi in tutta sicurezza e con un grande margine di potenza di riserva.

In queste condizioni il motore consuma intorno ai 12/15 litri orari e in mezz’ora sei a dieci miglia dalla costa o sulle poste di pesca intorno alle tue zone. Quando traini intorno ai tre nodi e mezzo, quindi con gli artificiali, fai girare il motore a mille giri e ti dimentichi della benzina, non senti rumore o vibrazioni e non emette fumo.

Altro fatto fondamentale da non trascurare e che in caso vai con l’elica in una busta o in una lenza o cima, alzi il motore e liberi tutto senza farti il bagno anche d’inverno, senza poi contare il vantaggio di poter variare attraverso il trim l’assetto ottimale di di navigazione.

Tagliandi e manutenzioni vengono fatti senza smontare il motore dalla barca. La barca ha il motore esterno e non ci sono astucci o fori in carena che possono diventare con il tempo delle vere e proprie vie di acqua.
Il motore può essere eventualmente sostituito facilmente e velocemente.

Anche per il motorino di riserva stesso discorso. Un piccolo 4/6 cavalli va bene, traini a 1 nodo per ore con un solo litro di super, non fai lavorare il motore grande e ti può sempre servire se subisci qualche avaria al motore principale.

Qui ritorno al perché solo 6 metri, un motorino di 4/6 cavalli va bene fino a sei metri, il motore principale da 90 hp è il massimo per una barca di 6 metri, tutto compatto, tutto entro un budget limitato, tutto proporzionato a quelle che sono le esigenze degli amanti della pesca, anche il costo di ormeggio è più contenuto, questo è importante, abbiamo la barca a mare tutto l’anno.


Nella Foto: le linee di carena della 'Pinnagialla'

Che tipo di carena?
La motorizzazione fuoribordo richiede carene capaci di far planare la barca subito e bene, in queste condizioni il motore rende al meglio consumando poco.
Una V di prua profonda con una ruota ben accentuata per navigare morbidi sulle onde, una V leggera e aperta a poppa per dare stabilità, una serie di pattini longitudinali ed ecco la carena perfetta.

Nel prossimo articolo valuteremo il pozzetto e le disposizioni a bordo delle attrezzature di base e cioè serbatoi, batterie, la distribuzione dei pesi etc ….
 



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