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Una Notte a Cannes
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Testo di  Filippo Ricca
Fotografie di  Filippo Ricca
Data Pubblicazione  10/05/2003

E' risaputo che le spiagge francesi sono più generose in termini di catture rispetto a quelle della vicina Liguria. I motivi sono da ricercare nel fatto che molto probabilmente i francesi rispettano le leggi vigenti molto più dei loro vicini, essendo più sensibili a territorio, ambiente e fauna. Mi riferisco in primo luogo ai pescatori, che con le reti a strascico hanno rovinato in modo irreparabile i meravigliosi fondali liguri, e agli scarichi abusivi che hanno reso impossibile la vita dei nostri amici pinnuti. Ma lasciamo perdere le polemiche e addentriamoci nel racconto della nottata di pesca del 10/5/2003.

Erano le 17.00 del 10/5/2003, l'attrezzatura era pronta ma mi mancavano ancora le esche. Ero già teso al pensiero di passare un intera notte sull'arenile di Cannes alla ricerca di mormore ed orate. Era un esperienza mai provata; non era la prima volta che andavo in Francia a pescare ma un conto e' tornare indietro verso le 3 di notte, altra cosa e' aspettare l'alba. Passai dal mio negoziante di fiducia a ritirare le esche: tre scatole di arenicola, due di americani e due di bibi. Non ero tranquillo. Sarebbero bastate le esche? certe volte sulle spiagge della Costa azzurra, quando entrano le mormore, e' facile utilizzare anche 5 scatole di arenicola in un'ora. Dato inoltre che un paio di ore volevo anche dormirle mi occorrevano anche delle esche più "dure"; decisi così di passare dal pescivendolo. Risultato: nel frigo portatile assieme ai vari anellidi ci finirono anche sardine ed un bel calamaro.

Prima di partire verso la Francia aspettai (non poco!) la mia fidanzata Betta, che spesso mi accompagna nelle avventure di pesca (non vuole ammetterlo ma anche lei e' appassionata). Il viaggio da Imperia (località dove vivo) a Cannes durò circa un ora.

Erano le 19 circa quando arrivai a Cannes. Mi diressi febbrilmente nel mio posto preferito, quasi al confine con la vicina Mandeliu, e con gioia scoprii che era libero. Avevo portato con me cinque canne, feci le montature e circa dopo venti minuti tutte erano in pesca. Il panorama a Cannes e' stupendo (vedi figura), anche se quella sera un fastidioso vento da levante rendeva la permanenza meno gradita.


 

Avevo scelto per tutte le canne la stessa montatura. La mia preferita, ovvero quella detta a "piombo passante con girella". Gli ami invece erano tutti differenti (lo faccio sempre per scaramanzia!) e adatti ai vari anellidi. Questa montatura che utilizzo molto spesso si presta bene alla pesca di orate e mormore in quanto i pesci, soprattutto se sospettosi come le orate, avvertono meno il peso del piombo. La montatura detta a "piombo passante con girella" e' la versione migliorata rispetto alla più classica ed usata detta a "piombo passante", costituita da un piombo lasciato libero di scorrere sulla lenza madre e fermato in basso da una girella dalla quale parte il terminale, lungo almeno 70-80 cm, collegato all'amo. La differenza sta solo nel fatto che il piombo e' collegato ad un altra girella, la quale scorre sulla lenza madre. La montatura detta a "piombo passante con girella" ha un solo difetto, penalizza un po' nel lancio e visto che sulle spiagge della Costa Azzurra la distanza e' importante decisi di usare piombi da 100gr in modo da raggiungere la zona utile.

Era passata circa una mezz'ora da quando avevo effettuato i primi lanci ed i segnalatori riposti sulla lenza madre non avevano ancora dato segni di vita. Decisi di recuperare, e sulla terza canna ebbi una sorpresa: una discreta sogliola aveva gradito l'arenicola. Le cose iniziavano ad andare bene. Ma fu un falso allarme, per circa tre ore non vidi più nulla ... solo un povero rombetto si fece tentare dall'americano.

Era quasi mezza notte, Betta stava per crollare dal sonno mentre io iniziavo a sentire lo sconforto e la delusione. Le altre volte a quest'ora avevo già catturato dei bei pesciotti, questa sera quasi niente. Verso l'una il segnalatore della seconda canna iniziò a ballare in modo frenetico. Partii di scatto dalla mia postazione e ferrai, niente. Rimisi con cura l'americano e aspettai un'altra mezz'ora. La quarta canna iniziò a muoversi, ferrai, finalmente sentivo dall' altra parte della lenza la classica trazione del pesce. Solo chi ama la pesca capisce quanto e' gratificante questo momento. Non era grosso e ben presto fu sulla spiaggia: un sarago.

Betta mi abbandonò definitivamente, andandosi a sdraiare sul lettino. Rimasi attento ai segnalatori fino alle quattro: tra colpi di sonno, ricambio vermi ed umidità sempre più incombente. Era quasi arrivata l'ora di riposarsi un po'. Cambiai le esche passando rispettivamente a bibi, sardine e calamaro e mettendo sulla quarta canna un americano gigante. In una canna, la più potente, feci un bel boccone (quello che Betta chiama "l'animale strano") per tentare il colpo grosso: polistirolo ricoperto di sardina diliscata e sopra un bel pezzo di calamaro tagliato a coda di rondine, il tutto ben fermato dal filo elastico. Chiamai la "sostituta" e mi misi sul lettino.

Stavo per prendere sonno quando sentii Betta chiamare. Il segnalatore luminoso della quarta canna, quella armata di americano gigante, pareva impazzito. Corsi a ferrare, mi resi subito conto che doveva essere qualcosa di interessante. Mentre recuperavo la preda la seconda canna iniziò a muoversi ed anche la prima ... Betta ferrò sul bibi. Risultato io spiaggiai una bella mormora di 500gr (vedi figura, scattata al mattino) anche se da come tirava pareva molto più grossa, mentre Betta portò a riva una discreta oratella. Sulla prima canna nulla, erano rimasti solo i resti del bibi.

 

Che strano avevano iniziato a mangiare alle cinque. Preso da un eccitazione incontrollabile cambiai nuovamente le esche e nel giro di 10 minuti presi ancora due oratelle, una sul calamaro e l'altra sull'arenicola. Poi ancora due mangiate a vuoto e poi più nulla. Solo il rumore del mare. Iniziava ad albeggiare e l'arenile si stava trasformando; il caratteristico 'rosso' mattutino stava avendo la meglio sulla notte. Il vento che aveva disturbato l'azione di pesca fino alle tre di notte era completamente scomparso (vedi figura).

 

Ci fu ancora tempo a spiaggiare due tracine (prontamente rilasciate) e poi vista l'ora si decise di riporre tutta l'attrezzatura nell'auto. Ero stanco, avevo dormito poco o niente e non vedevo l'ora di fare colazione all'autogrill sulla via del ritorno. Pur essendo scarso il risultato (vedi figura) ero comunque contento. Non avevo fatto cappotto, avevo preso qualche pesciotto fresco per il pranzo (mia mamma li cucina proprio bene!) ed avevo provato un esperienza nuova: passare la notte a pesca in un posto meraviglioso, la spiaggia di Cannes. Forse la prossima volta andrà meglio.


 



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