CARATTERISTICHE |
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Questa tecnica di pesca, molto diffusa, consiste
nel portare il terminale in pesca sul fondo ed a una distanza dalla riva in
genere inferiore ai 100 m.
E' sicuramente una delle tecniche più antiche, che nel corso degli anni si è
particolarizzata a situazioni meteo marine e ambienti costieri specifici, dando
luogo a differenti tecniche quali: il Surf Casting, il Beach Legering e il Rock
Fishing.
La tecnica in analisi, potremo praticarla senza l'utilizzo di canne specifiche,
utilizzando semplicemente una canna bolognese piuttosto robusta, con azione
medio rigida, di lunghezza compresa tra 3,5 e 4,5 m.
Per quanto riguarda le competizioni di pesca in mare, anche se nella maggior
parte dei campi di gara italiani la pesca che risulta vincente è quella a galla,
ci sono dei campi di gara nei quali la pesca a fondo viene attuata nella prima
fase della competizione, in attesa che i pesci di superficie (boghe, aguglie,
cefali, etc.) entrino nella zona nel frattempo pasturata.
DOVE E
QUANDO PRATICARLA |
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E' una tecnica di pesca molto semplice che
si può praticare nei seguenti ambienti:
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All'interno
di Porti e Porticcioli
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Costa
rocciosa (alta o bassa) con fondale roccioso
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Costa
rocciosa (alta o bassa) con fondale misto (scogli e sabbia)
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Costa
rocciosa con fondale sabbioso
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Spiaggia
Questa tecnica può
essere adoperata tutto l'anno, anche se i mesi migliori sono sicuramente da
aprile a ottobre.
ATTREZZATURA |
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Tipo di Canna
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Possiamo utilizzare una
canna bolognese piuttosto robusta, con azione medio rigida e di
lunghezza compresa tra 3,5 e 4,5 metri (la lunghezza ideale è 4 m).
La potenza di lancio può essere variabile tra 20 e 80 gr. a seconda della
distanza che si vuole coprire col lancio.
E' possibile modificare la canna
bolognese, realizzando diversi cimini in nylon oppure sdoppiati (la base in
carbonio vuoto e il vettino in nylon) che oltre ad aumentarne la sensibilità,
permettono di adattare l'attrezzo al lancio di piombi di grammature differenti
(a seconda della distanza che si vuole coprire nel lancio).
Mulinello
Possiamo utilizzare un mulinello
medio, dotato di frizione robusta e progressiva, meglio se corredato di più
bobine intercambiabili, con capacità di contenere almeno 150 m di monofilo.
Monofili
Per quanto riguarda il monofilo, in bobina
utilizzeremo un diametro variabile tra 0,18 e 0,40 che dovrà essere più grande
di quello utilizzato per realizzare il terminali, che a sua volta avrà un
diametro variabile tra 0,16 e 0,30 per il trave e variabile tra 0,12 e 0,25 per
i braccetti degli ami.
Il diametro del filo in bobina e il cimino della canna dovranno essere scelti in
base all'ambiente di pesca e quindi alla distanza che vogliamo coprire col
lancio.
Per affrontare rapidamente la scelta del filo in bobina torna molto utile la
possibilità di poter disporre di un mulinello con bobine intercambiabili,
caricate con monofili di diametro differente.
Ami
Gli ami utilizzabili per questo tipo
di pesca devono essere del tipo
rinforzato (temprati), nichelati e a gambo lungo, come ad esempio la Serie 720N della Gamakatsu,
nelle misure comprese tra il numero 8 e
il 16, a seconda delle prede presenti
e dell'esca utilizzata.
Piombi
Completano l'attrezzatura necessaria dei piombi a oliva, a sfera, a goccia o a
saponetta con peso compreso tra 10 e 80 gr. a seconda della distanza da
raggiungere col lancio, della conformazione del fondale e del moto ondoso, e
comunque proporzionato all'a potenza di lancio della canna adoperata (non
oltre i 2/3 del valore max indicato sulle caratteristiche della canna).
Risultano particolarmente utili i
piombi colorati con colori vivaci
(arancione, rosso, giallo oppure anche semplicemente bianco), perché ciò
contribuisce ad attirare l'attenzione del pesce qualora questi sia piuttosto
svogliato.
PREDE |
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La tecnica di pesca in analisi non è selettiva di
particolari specie, è una tecnica generica che comunque non compromette la
cattura di prede importanti.
Le prede più comuni sono i classici pesci di scoglio: Ghiozzi, Bavose, Tordi,
Scorfani, Sparlotti, Donzelle, Sciarrani.
Più rare sono le catture di Saraghi, Triglie, Mormore, Ombrine, Occhiate,
Orate e Spigole.
ESCHE
INDICATE |
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Le esche più utilizzate sono gli Anellidi (in
particolare Muriddu, Tremolina, Saltarello e soprattutto il Verme di scoglio
detto anche Nostrano che rappresenta una marcia in più nelle competizioni), il
Gambero innescato intero o a pezzi, la Cozza, il Paguro, l'Oloturia il Totano o
il Calamaro a strisce.
PASTURA E
PASTURAZIONE |
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Per questa tecnica di pesca non esiste una
pastura specifica.
Se decidiamo di prepararla dovremo utilizzare i classici ingredienti: formaggio,
pane e sarda macinata con aggiunta di sale, cercando di realizzare un impasto
molto consistente in modo tale che non si sfaldi durante il lancio.
Ovviamente sarà possibile adoperarla solo se stiamo pescando ad una distanza
dalla riva non superiore ai 40 metri, e ci dovremo servire di una fionda per
lanciare le palle di pastura preparate.
TERMINALI |
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I terminali utilizzabili sono abbastanza
semplici da realizzare, e possono essere essenzialmente di due tipi.
In pratica sono identici per struttura a quelli che ho indicato per la Pesca in
Buca, differenziandosi da essi semplicemente nelle lunghezze delle varie sezioni
Terminale A
Il piombo viene sistemato alla fine della lenza, per cui entrambi gli ami si
troveranno al di sopra dello stesso.
Questo tipo di terminale è da preferirsi se si incaglia con estrema facilità
(Porti, Fondali rocciosi, Fondali misti di sabbia e scoglio) oppure se sul
fondo ci sono molte alghe (che renderebbero non visibile l'esca, nel caso si
utilizzi il Terminale B).
Un consiglio è quello di collegare il piombo al terminale mediante un pezzo di
monofilo di diametro di poco inferiore a quello usato per il trave, in modo
che incagliando si perderà solo il piombo, preservando il resto della lenza.
Per legare al Trave questo pezzo di monofilo che porta il piombo, potremo
utilizzare un Nodo a Ripartizione,
come ad esempio il Nodo di Sangue.
In quest'ultimo caso si parla di piombo a perdere.
Terminale B
In questo caso invece, il piombo viene sistemato direttamente sul trave,
scorrevole e fissato con una girella sulla quale inseriremo un tubicino di
guaina salva-nodo, per evitare il contatto diretto del piombo con la girella e
realizzando un ammortizzatore utile nella fase di lancio.
Questo terminale è in genere da preferire in quanto conferisce al braccetto
terminale maggiore libertà di movimento, presentando l'esca in maniera più
naturale.
Ovviamente sarà il terminale preferito sui fondali sabbiosi, potendosi
utilizzare anche sui fondali misti e all'interno dei porti magari evitando di
spostare il finale dopo il lancio.
Caratteristiche dei Terminali:
B1, B2 = Lunghezza dei braccioli degli ami
>> 10 - 40 cm
T1 + T2 (+T3) = Lunghezza del Trave
T2 = B1 + B2 + 5 cm
T3 = B2 + ( 5 - 30 cm ) >> Più lungo
se sul fondale c'è vegetazione alta.
T1 = B1 + 5 cm
Nota generale: la lunghezza B1,B2 dei braccioli degli ami dovrà essere più
lunga se il pesce è diffidente, altrimenti potrà anche essere molto corta.
Se stiamo pescando su fondali rocciosi, tenderemo a realizzare un terminale il
più compatto possibile, per evitare di incagliare spesso e per non dare al pesce
la possibilità di intanarsi dopo essere stato allamato.
AZIONE DI
PESCA |
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Innanzi tutto esaminiamo la zona di mare in cui
intendiamo pescare cercando di individuare il tipo di fondale aiutandoci con
degli occhiali polarizzati, e la sua conformazione effettuando qualche lancio
utilizzando un terminale costituito dal solo piombo.
A questo punto dovremo decidere in quale zona vogliamo pescare e scegliere di
conseguenza la canna (ovvero il cimino da utilizzare) e il tipo di terminale da
adoperare.
Innescati gli ami, procederemo con la fase più importante ovvero con il lancio
che porterà il terminale e quindi l'esca sul fondale alla distanza desiderata.
Il lancio risulta essere fondamentale, infatti dovremo cercare di essere
piuttosto precisi nel portare l'esca nella zona prefissata e senza forzare
eccessivamente per evitare che l'esca si stacchi dagli ami, vanificando l'azione
di pesca successiva.
Attenderemo la mangiata da parte del pesce che in genere si verificherà con
delle timide tocche all'inizio seguite da una violenta tirata alla quale dovremo
essere rapidi nel ferrare prima che il pesce abbia il tempo di intanarsi,
rendendo più complicato il suo recupero.
Se stiamo pescando all'interno di un porto oppure da una costa rocciosa con
fondale roccioso, non dovremo spostare il finale dal punto in cui si è poggiato
a seguito del lancio perché questa operazione aumenterebbe la probabilità di
incagliare.
Se invece stiamo pescando dalla spiaggia oppure dalla costa rocciosa con fondale
misto o sabbioso, sarà conveniente spostare il finale effettuando piccoli
recuperi distanziati, in quanto questa operazione risulta essere efficace
nell'attirare l'attenzione dei pesci in zona, specie se esiste della vegetazione
sul fondale.
Se neppure tale espediente avrà successo, dovremo recuperare perché molto
probabilmente le esche sono state mangiate.
Prima di recuperare la lenza è consigliabile iniziare con una
ferrata, come se avessimo allamato un pesce, per poi proseguire con il recupero
della lenza in maniera regolare evitando di fare pause, per evitare di
incagliare.
NOTE E
SUGGERIMENTI |
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Il problema della pesca a fondo è quello di
incagliare spesso il piombo e gli ami sul fondale.
Pertanto è conveniente preparare diversi finali che porteremo sul luogo di
pesca, evitando di perdere tempo durante l'azione di pesca.
Altro suggerimento è quello di procurarsi un paio di slamatori, uno piccolo e
l'altro medio, infatti alcune prede come ad esempio le Donzelle e i Tordi
tendono ad ingoiare l'esca ed essendo dotati di apparato boccale piuttosto duro,
rendono difficile l'operazione di slamatura senza danneggiare la bocca del pesce
e l'amo.
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