CARATTERISTICHE PRINCIPALI |
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E’ un tipo di pesca nata in Francia, caratterizzata dall’uso di una canna
fissa molto lunga con azione da punta, sulla quale si applica un elastico che
ammortizza gli strattoni e le sfuriate delle prede, consentendo di utilizzare
monofili molto leggeri.
DOVE PRATICARLA |
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Questa tecnica si presta molto bene alla pesca in
carpodromo o sulle sponde pulite dei fiumi . L’essenziale per poter praticare
liberamente questo tipo di pesca è lo spazio che ogni pescatore deve avere.
Purtroppo questa tecnica richiede una pesca statica e per
poter sfruttare a pieno le caratteristiche della nostra canna, bisogna
disporre di spazi ampi alle nostre spalle (per far scivolare indietro il fusto
della roubaisienne in fase di recupero o di cambio dell’esca) e al di sopra di
noi , visto che stiamo utilizzando canne molto lunghe.
Non è possibile praticare ovunque questa tecnica, il luogo
va ricercato e molto spesso non si trovano le condizioni adatte, tale tipo di
pesca è improponibile sulle sponde basse di fiumi e laghi o in tratti d’acqua
a forte corrente.
Dovremo perciò assicurarsi che ricorrano tutte queste
condizioni prima di iniziare la nostra sessione, è necessario che la nostra
postazione si trovi in un punto piano dove l’acqua è immediatamente profonda.
PESCI INSIDIABILI |
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Carpa, Amur, Carassio, Scardola, Breme, Pesce Gatto, Gardon
Questa tecnica, sfruttando l’invisibilità dei fili usati consente belle
catture
PERIODI MIGLIORI |
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Il periodo dipende esclusivamente dalle prede che si vogliono insidiare.
Per la pesca in carpodromo è preferibile la bella stagione, ma le catture sono
assicurate tutto l’anno.
Per la pesca nei grandi fiumi non c’è una stagione tipo, bisogna solo
considerare che usando attrezzatura leggera (fili piccoli e galleggianti da
massimo 1 grammo) bisogna avere l’accortezza di non cimentarsi con questa
tecnica in periodi in qui il corso dell’acqua è veloce.
In questo caso sarà difficile, se non impossibile poter pescare
tranquillamente.
ATTREZZATURA |
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Sono indispensabili:
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una canna fissa dagli 8 ai 15 metri a incastri invertiti con un minimo di due
cimini in dotazione
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un paniere o un seggiolino comodo su cui sedersi durante la pesca
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un guadino molto lungo (meglio se telescopico a maglie strette e
intercambiabili)
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una nassa di discrete dimensioni
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una o più bacinelle e la fionda per pastura
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un reggicanna robusto ad azione invertita con un tubo per far scorrere la
canna
Le canne sono molto particolari e vanno scelte con cura prima
dell’acquisto a seconda del tipo di pesca e dai luoghi in cui la si vuole
effettuare.
Le dimensioni più usate sono quelle attorno ai 12 metri, con corpo
rigorosamente in carbonio. La canna deve essere leggera e resistente allo
stesso tempo, poiché la maggior parte del tempo lo passeremo con lei in mano.
Consiglio di acquistare un minimo di due cimini per riuscire a trovare
l’assetto di pesca migliore senza dover sprecare tempo.
Nell’ultima parte della canna (generalmente tra il secondo e il terzo innesto)
viene inserito uno stopper con un filo elastico collegato alla cima e fermato
da un altro apposito stopper da punta, al quale poi si applicherà la
montatura. L’elastico va scelto in base al cimino e alla larghezza di questo.
Generalmente la misura 1,2 è ottimale.
Un paniere è un vero amico del pescatore durante la sessione. La
postazione deve essere comoda e deve avere tutto ciò che serve per non doversi
alzare in continuazione, neanche per gradinare la preda.
Si ricorre infatti a guadini telescopici molto lunghi che consentono una
cattura a distanza garantita, meglio se a maglie strette.
Il pesce andrà subito gettato nella nassa con molta cura di non danneggiarlo o
ferirlo, evitando che esso possa stranire la nostra zona di pesca al rilascio.
Rilascio che naturalmente verrà effettuato alla fine della sessione.
E’ indispensabile un robusto reggi canna apposito per chi non avesse il
paniere che dispone gia degli attacchi. Questo deve poter reggere in
equilibrio orizzontale la canna, perciò deve lavorare per forza di cose su 2
punti (uno avanti e uno dietro).
Galleggianti per roubaisienne
I più comuni connettori interni ed esterni per
elastico
ESCHE INDICATE |
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Anche l’esca dipende strettamente dalla preda. In generale si usano larve come
il bigattino, mais o paste pronte.
PASTURA E PASTURAZIONE |
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La pasturazione è molto importante per questa tecnica per
ogni tipo di pesce, dai carassi e le scardole dei fiumi alle carpe dei
laghetti.
Esistono molte pasture in commercio ottime per il nostro
scopo. Generalmente quelle da fondo sono le migliori, magari insaporite
ulteriormente con additivi e stimolatori. La maggior parte dei garisti usano
anche il bigattino.
In alternativa, mi capita spesso di preparare in casa la
pastura con semplici ingredienti (farina 00, farina di mais, uova) mischiati
con prodotti appositi ( molto spesso uso Micro-Integro Bait della Tubertini,
olio naturale della Comes e additivi vari).
I risultati sono grosso modo gli stessi, come i costi.
Fondamentalmente la pasturazione va compiuta poco e bene.
E’ importante sapere che un’errata pasturazione può compromettere la nostra
sessione. Bisogna focalizzarci sulla zona attorno al nostro galleggiante
(curandosi della corrente e della sua intensità) senza mai esagerare.
TERMINALI |
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Come già detto con questo particolare tipo di canna, e
soprattutto con questo elastico si possono montare monofili diretti molto
leggeri.
Le misure variano da un 0.14 - 0.16 massimo a un sottilissimo
0.10 per le situazioni più critiche. Io uso in carpodromo uno 0.120 e per il
resto uno 0.148 per la pesca nel fiume (tutti e due della Teiko ).
I terminali completi non dovranno mai superare la lunghezza
degli ultimi due innesti della nostra roubaisienne, così da ottenere una
prestazione ottimale della canna (salvo casi in cui si peschi in zone dove
l’acqua è molto alta).
Bisogna sempre tenere conto che il filo elastico sottoposto
al peso e alle sfuriate delle prede tende ad allungarsi, per questo dovremo ogni
volta adattarci a usare 2 o 3 innesti a seconda del caso e dei terminali in fase
di cattura.
Sia per la pesca in carpodromo che nei fiumi io preferisco
usare ami piccoli e ben affilati delle misure comprese tra il 16 e il 12, a
seconda dell’esca utilizzata (ottimi i Katana della Maver e la serie 2011 della
Teiko). Qualsiasi amo si usi, è necessario che questo sia resistente e che abbia
una punta affilata che consenta sicurezza di cattura immediata.
I galleggianti più usati sono quelli di carico inferiore ad 1
grammo per i laghetti sportivi e ad 1.5 grammi massimo per i corsi d’acqua.
Anche questo deve essere scelto con cura, deve infatti risultare visibile
(nonostante le ridotte dimensioni) e pronto ad affondare ad ogni mangiata.
A circa 30/50 cm dall’amo dovranno essere collocati una serie
di pallini spaccati dallo 0.12 grammi ad un massimo di 0.30 grammi, per
consentire alla nostra esca un movimento dinamico e allo stesso tempo stabile.
E’ infine importante, prima di iniziare la sessione di pesca
assicurarsi della profondità del fondo per capire a che livello stazionano le
prede che vogliamo insidiare.
AZIONE DI PESCA |
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NOTE E SUGGERIMENTI |
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E’ importante imparare a collegare bene l’elastico della
punta con i connettori. Un estremità viene collegata all’interno della canna
tramite un connettore variabile (cambia il suo diametro tramite una rotellina),
mentre l’altra va assicurata alla punta della nostra canna con un altro tipo di
stopper.
Cimino roubaisienne
Bisogna sempre ricordarsi di tirare un po’ l’elastico in fase
di collegamento in modo da lasciare rigido il connettore superiore e di
consentire un’ uscita rapida di questo quando il pesce abbocca.
La tecnica della roubaisienne è forse una delle più
fruttifere per quanto riguarda alcune prede, ma è anche una delle più difficili.
Bisogna riuscire ad apprendere i movimenti basilari e capire
i luoghi dove si può praticare le esche e le montature adatte. Il modo migliore
per apprenderla resta tuttavia quello di rubare con gli occhi i segreti di
pescatori più pratici.
Buon divertimento.
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