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Introduzione alla Tecnica di Pesca a Spinning in Mare
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Testo di  Filippo Ricca
Fotografie di  Filippo Ricca
Data Pubblicazione 
 • Caratteristiche
 • Dove e Quando Praticarla
 • Attrezzatura
 • Prede
 • Artificiali
 • Terminali
 • Azione di Pesca
 • Note e Suggerimenti
CARATTERISTICHE

Lo Spinning è una tecnica di pesca basata sul concetto di esca artificiale e su due soli gesti: il lancio e il recupero. Il termine deriva dal verbo inglese "to spin" (girare) e fa riferimento al movimento del mulinello.
L'esca artificiale durante il recupero imita il nuoto di un pesce in difficoltà, il cui moto attira l'attenzione del predatore che è il vero obbiettivo di chi pratica questa tecnica.
L'aggressività e la competizione alimentare sono i motivi che spingono i predatori ad attaccare le nostre esche artificiali.

Lo spinning è una tecnica di pesca difficile ed avara di soddisfazioni, ma al tempo stesso affascinante e con diversi aspetti positivi. Da un lato l'elevato numero di cappotti e la difficoltà iniziale ad effettuare delle catture la rendono una pesca non adatta a tutti, dall'altro il dinamismo dell'azione di pesca, la possibilità di catturare prede importanti e soprattutto la praticità "non è necessario acquistare esche fresche e preparare pasture inoltre non servono elaborati terminali" la rendono molto appetibile.

In questo articolo introduttivo prenderemo in considerazione solo quello che viene comunemente chiamato "spinning medio" (esiste anche lo spinning leggero, pesante e quello praticato con zavorre aggiuntive: ad esempio bombarde o bulrag) ovvero quello che si effettua con artificiali da 7-12 cm aventi peso di circa 10-20 grammi.
Con artificiali di questo tipo si possono affrontare la maggior parte delle situazioni e le prede tipiche delle nostre acque.


DOVE E QUANDO PRATICARLA

Sostanzialmente in tutti quei posti dove sono soliti stazionare i piccoli pesci (cefali, acciughe, salpe, zerri etc) che sono la principale fonte di sostentamento dei predatori.
Per questo motivo gli "hot-spots" sono le foci dei fiumi (i quali possono essere risaliti anche di qualche km) e i porti.
In generale però anche le scogliere e i lunghi moli sono posti da non sottovalutare.

I mesi migliori sono quelli autunnali perché in questo periodo i predatori si avvicinano di più a riva. In generale però questa tecnica può essere praticata tutto l'anno.
Tutte le ore sono buone ma i risultati migliori si ottengono nel "cambio di luce" ovvero all'alba e al tramonto. Sono da tenere in considerazione anche le giornate nuvolose e la notte, che alle volte può regalare gradite sorprese.

I veri esperti si dedicano a questa tecnica solo quando le condizioni meteo-marine sono più propizie, ovvero quando il mare è mosso e le acque sono torbide.

Personalmente considero lo spinning una filosofia di vita e pertanto lo pratico sempre non appena posso, indipendentemente dall'ora e dalle condizioni marine.


ATTREZZATURA

L'attrezzatura riveste un ruolo fondamentale; chi pratica lo spinning lo sa bene e possiede diverse canne, diversi mulinelli e una riserva quasi infinita di artificiali.
Il vero patito ha (quasi) una canna diversa per ogni tipo di predatore, condizione specifica del mare, tipologia del luogo di pesca e peso dell'artificiale che intende utilizzare.
Sicuramente non è il caso di esagerare. Per il momento considereremo solo una dotazione minimale adatta al nostro obbiettivo: lo spinning "medio".

Ci serviranno quindi: una canna, un mulinello, del buon filo di nylon (alcuni preferiscono il trecciato), alcune girelle specifiche per lo spinning (ottime quelle della rapala), cavetti d'acciao (da utilizzare solo per predatori con denti molto taglienti, ad esempio barracuda e pesci serra), un capiente guadino e una buona scorta di artificiali.
Anche l'abbigliamento e le scarpe rivestono un ruolo importante, in particolare queste ultime che devono essere rigorosamente "anti-scivolo", visti i continui spostamenti su terreni dissestati.

Cominciamo con la canna. Per iniziare a praticare questa disciplina è sufficiente una canna, telescopica o a due pezzi, sui 3 metri di lunghezza e con potenza di lancio 10-30 grammi, meglio se specifica per lo spinning ma anche una generica può andare bene.
Alcune marche che producono strumenti di ottima qualità, sono ad esempio la Shimano, la Tecnofish e la Milo.
Un modello a due pezzi che oltre ad avere le caratteristiche richieste ha anche un ottimo rapporto qualità prezzo è la Shimano Nexave SNEXAX300MH (esiste anche la corrispettiva telescopica).

Il mulinello dovrà essere piuttosto robusto per resistere alle continue sollecitazioni dovute al gran numero di lanci e recuperi e di dimensioni abbastanza generose in modo da poter contenere almeno 200 metri di buon nylon dello 0.25/0.28. Questo diametro è più che sufficiente visto che la taglia media dei predatori che andremo ad insidiare non sarà quasi mai eccessiva e compresa tra 1 e 3 kg di peso.
Anche il rapporto di recupero del mulinello è importante, direi che un mulinello con un rapporto di 5:1 è l'ideale.
La mia preferenza cade su mulinelli non troppo piccoli e resistenti come ad esempio: AS 3 F Abu garcia, Super Aero 4000 F shimano, FIGTER 4000 Lineaeffe.


PREDE

L'obbiettivo della pesca a spinning è chiaramente il predatore anche se poi durante una battuta di pesca può capitare di prendere veramente di tutto. Personalmente con un piccolo minnow ho preso un cefalo di oltre un kg, ed inoltre mi è capitato di vedere prendere saraghi, grosse salpe e perfino un orata (forse se non fossi stato presente non ci avrei creduto ...).

I predatori che si possono incontrare in una battuta di pesca a spinning sono molti, dai più piccoli (qualche etto) fino a quelli più grandi (varie decine di kg).
Tra i migliori clienti troviamo senza dubbio i barracuda e i pesci serra; pesci di provenienza tropicale che stanno aumentando notevolmente nelle nostre acque.
A ruota seguono "le lunatiche" spigole e le lecce che spesso portano i loro attacchi sotto riva, soprattutto in prossimità delle foci.
Tra i predatori più piccoli forse gli unici che meritano una pesca specifica sono i sugarelli e le occhiate. Alle volte può anche capitare di allamare aguglie, tracine e rombi, ma è più raro.

Oltre a queste specie, ce ne sono tante altre, tra cui il dentice, la lampuga, il tombarello, la ricciola di branco e la cernia. In sintesi, tutti i predatori che si avvicinano alla costa possono essere potenziali nostre prede.
Non bisogna sorprendersi quindi se oltre ai pesci, ci capiterà di allamare anche cefalopodi (polpi, seppie o calamari); anche loro rientrano tra le specie che subiscono il fascino dell'artificiale.


ARTIFICIALI

Esistono diversi tipi di artificiali. In quest'articolo prenderemo in considerazione solo quelli che si possono utilizzare senza zavorra aggiuntiva.
Eescludiamo quindi piumine, raglue e minnows dal peso inferiore a 6/7 grammi.

Gli artificiali più venduti, forse perché più semplici da usare sono i minnows tradizionali, ovvero dei "pesciolini" costruiti in materiale plastico o balsa muniti di paletta.
Ne esistono di diversi tipi e forme e si distinguono in "floating" (galleggianti) e "sinking" (affondanti).
I primi solitamente si muovono in prossimità della superficie mentre i secondi nuotano più in profondità.
Esistono anche i "deep runner" muniti di una grossa paletta che sono in grado di raggiungere profondità maggiori.

Un altra categoria di minnows che ultimamente è molto apprezzata è quella dei "walking the dog". Questi minnows non hanno paletta e durante il recupero rimangono completamente a galla.
Per avere buoni risultati occorre impartire con la punta della canna dei repentini cambi di direzione (le prime volte non è semplice, occorre un po' di pratica) in modo tale che l'artificiale compia un vero e proprio zig-zag in acqua.

I Poppers, il cui nome deriva molto probabilmente dall'onomatopeia pop-pop-pop "rumore prodotto dall'artificiale durante il recupero", sono definiti da molti come la categoria più redditizia.
Hanno la testa concava che fa attrito con l'acqua, rimangono a galla, non hanno nessun tipo di paletta e quando vengono recuperati a grande velocità compiono degli schizzi che risultano essere irresistibili per i predatori.

I cucchiaini ondulanti sono invece degli artificiali costruiti in metallo che grazie alla loro forma fusiforme e ai loro riflessi riescono ad assomigliare, durante un recupero veloce, a piccoli pesci in fuga.
Ne esistono di varie forme e vari colori, pur essendo gli artificiali più vecchi (sono stati i primi artificiali a comparire sul mercato) e da alcuni snobbati, a mio parere si difendono ancora.
Sono sicuramente meno catturanti dei minnows ma si rivelano indispensabili in certe situazioni particolari. Con mare molto grosso, in mezzo alla schiuma e in condizioni di forte vento frontale sono forse l'unica soluzione per tentare di prendere qualche pesce.
Inoltre, dato che raggiungono anche pesi ragguardevoli (40-50 gr) possono essere usati per sondare tratti di mare a lunga distanza dalla costa.


TERMINALI

 


AZIONE DI PESCA

Lo spinning è una tecnica di pesca faticosa dove pazienza e continui spostamenti sono componenti indispensabili.
La regola principe è solo una: movimento continuo.

Una volta giunti sul luogo di pesca, preferibilmente vicino a un porto, dentro o sulla foce di un fiume, sceglieremo una zona con acqua abbastanza profonda.
Cinque o sei lanci sono sufficienti, poi se non si scorge nessun segnale di presenza di predatori si cambia posto avanzando di una decina di metri.
Bisogna prestare molta attenzione ai segnali: i predatori quando sono in caccia sono facilmente avvistabili. Piccoli pesci che saltano fuori dall'acqua, gabbiani che volteggiano nell'aria, vere e proprie mangianze sono tutti segni inequivocabili della presenza di un branco di predatori.

Altra regola importante è quella di cambiare spesso l'artificiale. Personalmente dopo una trentina di lanci senza successo effettuo il cambio.

Il recupero dell'artificiale va condotto a canna bassa e variando spesso la velocità. E' buona regola effettuare dei recuperi lenti alternati ad alcuni più veloci.
Talvolta è redditizio (anche a seconda dei predatori che si vuole insidiare) fermarsi per poi imprimere un'accelerazione brusca.
Questo comportamento "strano" dell'artificiale sembra irritare i predatori fino a spingerli ad attaccare.

Dopo la ferrata inizia la parte difficile. A seconda del tipo e della grandezza del predatore occorre comportarsi in modo diverso.
Se dall'altra parte del filo abbiamo per esempio un barracuda o un pesce serra allora bisogna cercare di concedere poco filo e tentare di conclude il combattimento, forzando un po' il pesce, il prima possibile.

Se invece abbiamo in canna una spigola la cosa migliore da fare è alzare il cimino della canna e cercare di portare a galla la preda. Una volta in superficie, la regina perderà quasi tutte le forze arrivando così docile docile a guadino.
Se invece abbiamo la fortuna di aggancare una grossa leccia o una ricciola la strategia è completamente diversa. Conviene "giocare" di frizione e provare a stancare il pesce.

Chiaramente quelle indicate sono indicazioni di massima, spesso non condivise da tutti i pescatori.


NOTE E SUGGERIMENTI

  • Occorre avere tanta pazienza ed avvicinarsi a passi molto lenti a questa meravigliosa tecnica. Se poi il numero di capotti inizia ad essere eccessivo occorre non scoraggiarsi troppo e provare a cambiare tecnica di pesca per un po' di tempo.

  • Assolutamente non comprare un infinità di artificiali. Per iniziare qualche minnows tradizionale di una buona marca e un paio di poppers sono sufficienti. Occorre ricordare che il pesce viene ingannato dall'abilità pescatore e non soltanto dal minnow.



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