E' il peso di certe esche artificiali che si usano in questa
tipologia di spinning. Si perché, lo dice il titolo dell'articolo nello spinning
ultraleggero sia le canne e i mulinelli, sia il filo che gli artificiali hanno
un unico denominatore comune, la leggerezza.
Era la fine degli anni 80 quando ne sentii parlare per la
prima volta, chiacchierando con alcuni amici che si dilettavano con la tecnica
dello spinning.
Trovai poi su dei mensili da pesca alcuni articoli che mi permisero di
approfondire il sistema e di entrarne in merito e devo riconoscere che pur a
distanza di anni, la tecnica dell'ultraleggero riscuote in me lo stesso fascino
di allora.
Anche adesso, dopo svariati anni di pesca, ogni tanto quando
il desiderio si fa sentire, prendo l'attrezzatura adeguata e via a risalire il
torrente di turno, con in tasca una manciata di artificiali e nel giubbetto la
mia fida e inseparabile digitale, cosi da poter immortalare posti e catture
seduta stante.
Così equipaggiato cammino ore senza mai stancarmi,
riscoprendo ogni volta il volto vero dello spinning in montagna, fatto di
escursioni in solitudine, di lanci mirati e catture sudate ma quanto mai
appaganti, essendo per me tutto ciò la vera essenza dello spinning.
Parliamo ora dell'attrezzatura.
Di solito la canna da ultraleggero parte da una misura standard di cm. 180 (ma
in commercio ce ne sono anche di più corte) per arrivare al massimo ai due
metri, tenendo sempre presente la grammatura di pesi lanciabili che può variare
da canna a canna pur essendo identiche come lunghezza.
La grammatura ottimale per l'ultraleggero va
dai 2 a massimo 5gr e comprende tutta una serie di esche artificiali adatte alla
bisogna, essendo strutturate sia come volume corporeo sia come versatilità
operativa a questo tipo di pesca.
Naturalmente l'abbinamento del mulinello deve
essere mirato e coerente, dando la bilanciatura adatta alla canna in questione,
cosi da permettere un utilizzo ottimale dell'attrezzatura.
Difatti se si abbina alla canna un mulinello troppo pesante si rischia di
sbilanciarla, svantaggiando la precisione del lancio e la versatilità in pesca.
Per pescare a spinning ultraleggero un buon mulinello dalle
caratteristiche di un 1000 oppure un 1500 sono più che sufficienti a soddisfare
tutte le necessità che questa tecnica impone ed in commercio le varie case
produttrici di articoli da pesca ne propongono di veramente validi e con prezzi
per tutte le tasche, ricordandosi che il mulinello è la parte dell'attrezzatura
che sopporta il maggior logorio in pesca, e qui vale il motto “chi
più spende meno spende”.
Passiamo al filo, altro componente di rilievo
dell'attrezzatura. Di solito i mulinelli da ultraleggero hanno bobine che non
contengono quantità elevate di filo, specialmente se si sale nel diametro
(0.22-0.24) e comunque la tecnica citata richiede fili di diametro proporzionale
alle esche che andremo a utilizzare, quindi la fascia dei diametri papabili
varia dallo 0.14 allo 0.18 rispettando i canoni ordinari, salendo allo 0.20 in
presenza di possibili tane di trote di buona stazza che vorranno degnare di
attenzione le nostre esche e vi posso garantire che non c'è niente di più
adrenalinico e appagante di avere in canna un esemplare di grossa mole, con
un'attrezzatura da ultraleggero, io l'ho provato varie volte ma ancora adesso
quando mi capita, sento le pulsazioni aumentare e provo una soddisfazione
indescrivibile quando riesco finalmente a portare a riva con la canna piegata
all'inverosimile la bella trota di turno.
Anche i trecciati vanno molto bene, a patto di
avere canne con i passanti adatti (in S.I.C, in carbonio o in titanio) che siano
in grado di sopportare il logorio che questi fili possono apportare con un
continuo utilizzo.
Il diametro della treccia va scelto nelle misure minori che
sono sicuramente le più adatte per questo tipo di tecnica, perciò un 5-10 libre
è l'ideale e dato l'alto carico di rottura e la totale assenza di memoria
meccanica, permette ferrate fulminanti anche a lunga distanza e tenuta sul pesce
anche in situazioni limite.
Le esche artificiali che compongono la
“griglia” di partenza sono le solite che si usano nello spinning, quindi
rotanti, ondulanti, e minnows, ma con un peso molto ridotto, ed una lanciabilità
tutta da valutare.
Sì, perché lanciare un rotante o un minnow oppure un
ondulantino di pochissimi grammi, richiede esperienza e precisione, sia per
quanto riguarda il lancio sia per quanto riguarda il controllo nella posa,
perché basta un po' di vento per mandare in fumo un buon lancio con conseguente
fuga del pesce o con l'incaglio del nostro caro (in tutti i sensi) artificiale
su qualche ramo nelle vicinanze.
Consiglio pertanto di allenare la precisione
sia nel lancio che nella posa, fino a che non si è raggiunto un ottimo
compromesso tra le due cose, cosi da gustare appieno l'essenza di questa tecnica
che è molto accattivante.
Qual è la stagione più adatta per
questa tecnica? In linea di massima la si può effettuare
dall'apertura fino al termine della stagione, ma secondo me (essendo in
prevalenza fatta sui salmonidi e in torrente) il periodo migliore va da maggio a
tutto settembre, in particolar modo con livelli di acqua bassa tipici della
stagione calda e nelle ore serali, ed è in queste condizioni che l'ultraleggero
da il meglio di sé con ripetute abboccate anche di esemplari di tutto rispetto,
che in condizioni normali non avrebbero forse mai degnato di uno sguardo il
nostro mini rotantino.
Ecco perché ne sono affascinato adesso come allora e perché
tuttora pur a distanza di anni mi sento di consigliarla anche a voi sicuro che
saprete apprezzarla come me e ne otterrete le medesime soddisfazioni.
Scuri Gianbattista
Componente Nazionale Italiana Spinning
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