Cosa ci faccia un
pescatore d'acqua dolce con dei dentici è un vero mistero. Gli appassionati del
nostro portale Hobby Pesca mi conoscono come pescatore di trote, bass, qualche
volta anche di spigole e barracuda, sempre pescate con gli artificiali a
spinning. Come spiegare allora catture di dentici, e che dentici aggiungerei,
prai e ricciole che sto per descrivervi?! Poco ci vuole.
Basta vivere in quel di La Maddalena e conoscere un bravo
pescatore, nonché lupo di mare, come Fabrizio Marogna
ed il gioco e fatto. Trovarsi in buone mani spesso è la carta vincente per
andare incontro a catture da favola, di quelle che non ti scordi tanto
facilmente. La fortuna ha voluto che conoscessi Fabrizio e la sua grande
esperienza di navigazione nell'arcipelago di La Maddalena.
Quando ti trovi in compagnia di un capitano di vascello che
conosce come le sue tasche ogni piccola secca, ogni scoglio e raggiro d'acqua
dell'arcipelago il gioco e fatto. Incappare in una bella preda non è cosa
difficile, anzi. Se poi considerate che perfino un pescatore d'acqua dolce
riesce a pescare dentici di otto chili, significa che Fabrizio è proprio un
mago.
Primi giorni del mese di giugno. L'estate
quest'anno sembra non arrivare mai. La pioggia ed il vento incessanti hanno reso
le uscite di pesca a traina molto rare. Finalmente però arrivano notizie
confortanti. I discendenti televisivi del colonnello “Bernacca” danno buone
notizie. Un fronte di alta pressione accompagnato da tempo stabile e venti a
regime di brezza stanno per raggiungere il nord Sardegna. Le condizioni sono
perfette.
Attendo con frenesia la chiamata di Fabrizio per l'uscita di
pesca che ormai si fa attendere da troppo tempo. Finalmente si parte; lasciamo
il porticciolo di Padule, dove di solito il capitano imbarca gli ospiti della
sua barca da pesca, un Cris Craft di 8 metri, per dirigerci verso le
secche situate tra l'isola di Spargi e di Budelli (per informazioni sulle
uscite di pesca nell'arcipelago di La Maddalena, potete chiedere informazioni
telefoniche al numero 392-1545185-Fabrizio).
Poiché il mare ci regala una calma quasi insolita, si decide
di andare a pescare col gommone, così da poter trainare anche in prossimità di
secche sporgenti, dove il cabinato non può arrivare.
In navigazione, accompagnati dall'amico Hervè,
si discute sugli artificiali da utilizzare per l'imminente calata in acqua delle
canne. Tra le tante esche decidiamo di montare quelle fabbricate dal mio amico
Umberto Ballabio, i
Luciapuma, di cui tanto bene si dice in circolazione.
Queste esche fanno faville nello spinning in acque interne;
Trote, Bass, persici reali e spesso anche cefali, si fanno ingannare da questi
stupendi “minnows” costruiti in lamina d'acciaio. Laureatisi campioni del mondo
con la nazionale italiana di spinning da riva in Portogallo nel 2006 sono tutt'oggi
tra le esche più utilizzate dagli agonisti di questa disciplina. Anche il
sottoscritto ne possiede una svariata quantità di modelli e colorazioni, a cui è
particolarmente legato; spesso queste esche mi hanno salvato da situazioni
abbastanza imbarazzanti, regalandomi catture che fino a quel momento mi erano
state negate con ogni altro tipo di artificiale.
Arrivati sul luogo di pesca mi accingo a montare sul pozzetto
di poppa l'affondatore, che ci permetterà di pescare negli strati d'acqua più
prossimi al fondo. Fabrizio prepara le canne montando su quella che navigherà
più in profondità un modello con la testina di plastica di colorazione rossa
da 14 centimetri. L'artificiale che invece verrà trainato a circa
dodici-quindici metri dal fondo sarà un Luciapuma da 9 centimetri
costituito dal solo corpo d'acciaio a striature azzurre.
Ricordo a tutti i lettori di Hobby
Pesca che volessero utilizzare questo tipo di artificiale che è possibile
piegare le alette metalliche dell'esca per donare all'artificiale un movimento
ancora più sinuoso. Per di più è possibile scegliere la posizione di aggancio
della lenza sulla paletta dell'esca, così da regolare l'affondamento in funzione
degli spot di pesca selezionati.
Finalmente c'eravamo; esche in acqua, artificiali affilati,
canne pronte alla ferrata. Mancava solo il pesce. Tra una discussione e l'altra,
con il sottoscritto che interrogava i due pescatori indigeni sui nomi di
ciascuno scoglio di La Maddalena, il tempo sembrava non passare mai. Per un
pescatore di spinning, tra l'altro abituato a farsi decine di chilometri lungo i
torrenti di montagna, osservare le canne nella stessa posizione in attesa di una
partenza è una sofferenza immane. L'unico motivo di agitazione a bordo è la
regolazione del piombo dell'affondatore, opportunamente alzato od abbassato in
funzione della profondità dell'acqua.
La mia scarsa vena di collaborazione psicologica però doveva
durare ancora per poco. Dopo circa un'ora di navigazione, in prossimità
dell'isola di Budelli, la canna con l'artificiale navigante sul fondo parte
decisa. Frizione chiusa, ferrata secca ed il pesce è allamato. La lotta nei
primi istanti è davvero serrata, tanto da farmi sobbalzare dal mio torpore
pomeridiano. Fortuna vuole che Fabrizio abbia riflessi maggiori dei miei ed il
pesce, battezzato da subito come un bel dentice, viene staccato subito dal fondo
per evitare rotture della lenza. Tutti sanno che la lotta con questa bellissima
preda dura purtroppo ben poco. Decisamente pazzesca all'inizio ma praticamente
nulla man mano che il pesce si stacca dalla profondità verso la barca.
Comunque la vista di un dentice di sei chili ravviva la
serata e rinvigorisce gli animi, soprattutto quello di un pescatore di trote.
Issato a bordo non manca la foto di rito, due risate di enorme soddisfazione e
si riparte; artificiali in acqua, si torna a sperare per una nuova ferrata.
Questa volta non passa molto tempo, appena un quarto d'ora ed
il Luciapuma che naviga sul fondo fa ancora strike. Stavolta il compito del
recupero spetta ad Hervè, anch'egli convinto da subito che si tratti di un altro
dentice di tutto rispetto. Detto fatto, mi trasformo in un raffio umano ed isso
a bordo un altro stupendo esemplare che si aggira sugli otto chili. Non credo
quasi ai miei occhi.
Le sorprese però non sono ancora finite. Ripartiti con la
traina degli artificiali non si fa in tempo a festeggiare l'ultima cattura che
la canna riparte ancora, con un altro dentice allamato alla perfezione. Mi
riprometto di chiamare il mio amico Umberto per rallegrarmi dell' efficacia dei
suoi artificiali, che per il momento si sono dimostrati più che all'altezza
della situazione. Dopo qualche minuto anche il terzo “denticione” è sullo scafo
a far compagnia agli altri fratelli precedentemente pescati.
La serata ancora doveva regalarci due catture di enorme
rispetto. Ad intervallare le catture degli sparidi ci pensava uno stupendo praio
che si è fatto ingannare dall'imitazione trainata a circa cinque sei metri dal
fondo.
Prima di ritornare in porto ancora un dentice doveva cadere
nelle nostra trappola. Il più grande di dei quattro si è fatto alla fine
ingannare nei pressi di Razzoli sempre da un Luciapuma di dieci centimetri con
la testina in plastica di colorazione blu. Con grande maestria Fabrizio lotta
con lo stupendo esemplare che gli dà filo da torcere fin da subito. Ma come si
dice la classe non è acqua e per sfortuna del pesce anch'esso viene salpato a
bordo.
Stavolta si può festeggiare con
tranquillità. Mentre le ombre scendono tra le isole dell'arcipelago, i motori
sussurrano, la frizzante aria della sera scivola sulle nostre guance, osservo i
miei compagni, fieri della pescata si apprestano a mettere piede in porto, e
penso che mai serata possa regalare emozioni stupende come quella dei “dentici
di Maddalena”.
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Identikit |
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Come riconoscere il Dentice Il
Dentice (Dentex dentex) è presente nel
Mediterraneo, Atlantico orientale e parte del mar Nero.
Pesce predatore si ciba di pesci, cefalopodi, molluschi.
Il suo peso può raggiungere i 12 - 15 kg.
Morfologia
Corpo robusto ovale, schiacciato lateralmente. Bocca con denti
caniniformi e muso obliquo.
Colorazione grigia con riflessi argentei e bluastri più scura sul dorso.
Habitat
Fondali rocciosi e a posidonia profondi, con scogliera alta a picco sul
mare.
I mari in cui è più diffuso sono il Mediterraneo, l'Atlantico orientale.
Si possono trovare esemplari fino a 200 metri di profondità.
Comportamento
Gli esemplari giovani vivono in branco, gli adulti si spostano solitari
quando sono alla ricerca di cibo o al più a coppie. |
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Domenico Demuru
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