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Pesca ai Gronghi
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Testo di  Filippo Ricca
Fotografie di  Filippo Ricca
Data Pubblicazione  21/02/2003
 • Caratteristiche del Pesce
 • Dove e Quando Praticarla
 • Attrezzatura
 • Terminali
 • Esche e Pasture
 • Azione di Pesca
 • Note e Suggerimenti
CARATTERISTICHE  DEL  PESCE

Il grongo è un pesce molto simile all'anguilla (appartiene infatti all'ordine degli anguilliformi) che può raggiungere in taluni casi dimensioni davvero ragguardevoli (lunghezza fino ai due metri e peso sui 50 kg). Questo fatto e la prelibatezza delle carni ne fanno una ricercata preda della pesca sportiva.

Il grongo predilige i fondali rocciosi, dove trova caverne e anfratti utili come nascondigli, ma è possibile trovarlo anche all'interno dei porti e sui fondali sabbiosi. La profondità a cui si può trovare è molto varia: da pochi metri fino ad alcune centinaia.
Solitamente gli esemplari più grossi vivono a grandi profondità; da riva catture sui 10 kg sono straordinarie mentre quelle di esemplari che superano i 3 kg non sono una rarità.
Solitamente di giorno il grongo rimane all'interno della propria tana, mentre di notte si dedica alla ricerca del cibo. E' un pesce esclusivamente carnivoro e la sua dieta è fatta di pesci, cefalopodi e crostacei, sia vivi che morti: l'importante è che siano di buone dimensioni, in modo da placare la sua proverbiale fame.


DOVE  E  QUANDO  PRATICARLA

Il periodo migliore per pescare i gronghi è l'inverno. I mesi che sono più adatti a questo tipo di pesca sono infatti dicembre, gennaio e febbraio.

I posti migliori dove poter praticare la pesca del grongo sono:

  • Scogliere naturali

  • Insenature delle coste rocciose

  • Dighe frangiflutti

  • Porti

Ma in generale qualsiasi zona di mare vicino agli scogli può andare bene. E' risaputo che il grongo quando esce dalla tana può compiere anche grandi tragitti alla ricerca del cibo.
La pesca deve essere condotta esclusivamente di notte; vanno bene tutte le ore a partire dal tramonto fino alle prime luci dell'alba.
Le stato del mare (calmo o mosso) non condiziona di molto le abitudini alimentari del grongo ma può condizionare le modalità di pesca (piombi, lunghezza braccioli, ecc.).
Un fattore importante da tenere presente è l' assenza della luna. Le notti prive di luna o parzialmente nuvolose sembrano essere più redditizie.


ATTREZZATURA

Canna

L'attrezzo ideale è una canna robusta da fondo o surf-casting di lunghezza sui 4 metri. La rigidità del cimino e la robustezza dell'attrezzo sono fattori importanti, utili a contrastare la fuga del grongo verso la tana. Un cimino sensibile non serve: problemi ad avvertire le tocche del grongo non ce ne sono, solitamente l'abboccata, soprattutto se il pesce è grosso, è molto decisa. Il problema reale è che spesso il grongo tende ad intanarsi dopo aver mangiato e se vi riesce portarlo a riva è un impresa. Una canna rigida e robusta può essere utile anche nei casi in cui si deve issare di peso la preda (coste rocciose molto alte o nei casi in cui il guadino è troppo piccolo!)

Mulinello

Il mulinello dovrà essere piuttosto robusto e di dimensioni generose in modo da poter contenere monofili di buon spessore, utili in questo tipo di pesca. Non servono mulinelli sofisticati con frizioni particolari: solitamente la pesca avviene a poche decine di metri dalla riva ed inoltre, come già detto, il grongo va forzato serrando quasi del tutto la frizione.

Monofili

Per realizzare i terminali adopereremo monofili di diametro davvero generoso variabile tra 0.40 e 0.60 a seconda delle taglia degli esemplari presenti.
Occorre però prestare attenzione al fatto che la bocca del grongo è dotata di buoni denti ed anche monofili spessi potrebbero non bastare. I denti del grongo sono infatti capaci di tagliare anche monofili dello 0.50. Esistono due possibili soluzione per ovviare al problema ma entrambe tendono a ridurre le abboccate del grongo (non è così stupido come tanti vogliono farci credere). E' possibile infatti usare come parte terminale un cavetto di acciaio oppure ricoprire con un tubicino di gomma (lungo circa 10 cm) il monofilo all'altezza dell'amo. Personalmente preferisco dare più sportività all'azione di pesca ed uso come filo terminale un buon 0.50.

Ami

Come sempre gli ami dovremo sceglierli in base all'esca utilizzata e alla taglia dei pesci presenti.
Essendo la sarda l'esca principe per il grongo (vanno molto bene anche i cefalopodi) ed essendo interessati ad esemplari di tutto rispetto (diciamo sul kg) la nostra scelta andrà a cadere su ami robusti e di buone dimensioni. Diversi modelli potrebbero andare bene, uno fra tutti è l'amo tutto-fare Aberdeen della misura 2/0.


TERMINALI

La costruzione del terminale per la pesca dei gronghi nei porti su fondo sabbioso non presenta molte problematiche. L'importante è che la sarda o il filetto di sarda sia appoggiata sul fondo.

Una montatura che si presta a questo tipo di pesca è quella detta con il piombo passante, ovvero si inserisce il piombo direttamente sulla lenza madre e sotto allo stesso si lega una girella dalla quale dipartirà il terminale, lungo almeno 70-80 cm, collegato all'amo.

Una versione migliorata rispetto alla precedente (anche se non indispensabile per questo tipo di pesca), perché il grongo avverte meno il peso della montatura, è quella che sostituisce il piombo passante con un piombo che possiede una girella attaccata al suo corpo. Detto piombo verrà collegato alla girella con moschettone come mostrato in figura:

Se il fondo è roccioso ed il piombo si incaglia con facilità le cose cambiano. In questo caso sono possibili due soluzioni:

  • 1) Terminale con piombo a perdere. Il piombo viene sistemato alla fine della montatura, con l'amo che si trova al di sopra dello stesso. Per realizzare questa montatura occorrerà collegare il piombo al terminale mediante un pezzo di monofilo di diametro di poco inferiore a quello usato per il trave (diciamo uno 0.30). Lo spezzone così costruito andrà collegato con la lenza madre (usando una girella con moschettone) in modo che l'eventuale incaglio ci farà perderà solo il piombo, salvando però il resto della montatura. L'amo verrà collegato con la lenza madre mediante il consueto sistema nodino - perlina - girella - perlina - nodino.

  • 2) Terminale senza piombo. Questo tipo di terminale è molto semplice e risulta essere il migliore in assoluto in termini di catture, in quanto presenta l'esca in modo completamente naturale. Ha un unico difetto: non è sempre possibile utilizzarlo, ma si puo' usare solo in condizioni di mare calmo ed assenza di vento (oppure con vento che soffia alle spalle). La costruzione è semplice, direttamente alla lenza madre viene collegato con una robusta girella uno spezzone di monofilo (misura 0.50) di circa un metro al quale legheremo l'amo. Dopo aver innescato la sarda intera (vedi nota al fondo dell'articolo) ed assicurato il tutto con il filo elastico la montatura è pronta per il lancio. Chiaramente il lancio sarà un po' penalizzato dalla mancanza del piombo, ma l'esca sarà libera di seguire le correnti e quindi più naturale.


ESCHE E PASTURE

Le esche che si possono usare nella pesca del grongo sono diverse: sardine, acciughe, cefalotti, gamberi, calamari, totani, polpi ma anche gli anellidi vanno bene. La cosa importante è che l'esca sia voluminosa.
La mia preferenza cade sulla sardina in quanto è un esca economica, facilmente reperibile, auto pasturante e permette diversi tipi di inneschi. Inoltre il grongo è fortemente attirato dall'odore della sardina e se affamato può compiere anche lunghi spostamenti alla ricerca di questo prelibato boccone.

Nella pesca ai gronghi la pastura riveste un ruolo importante. La pastura migliore è quella a base di sardine, anche se nell'azione di pesca si è deciso di usare altre esche. Una soluzione pratica e spesso adottata dal sottoscritto è quella di preparare alcune retine (calze di nylon o meglio retine apposite, non inquinanti, che si trovano in commercio) con all'interno alcune sardine sminuzzate e dei sassi per favorire il lancio.

L'azione di pasturazione dovrà essere, continua e regolare. Prima di iniziare la battuta di pesca si lanceranno 2 o 3 retine ad una distanza di 15-20 metri, per preparare il terreno e poi si continuerà a pasturare lanciando una retina ogni ora circa. Se il mare è particolarmente calmo va bene anche pasturare direttamente a sardine intere o usare le pasture già confezionate a base di sarda (chiaramente quelle adatte alla pesca di fondo).


AZIONE  DI  PESCA

Una volta giunti sul luogo di pesca, sceglieremo una zona dove ci possono essere delle possibili tane, ovvero una postazione vicino a degli scogli sommersi, cercando però di effettuare i lanci su fondo sabbioso (se possibile) in modo da facilitare l'azione di pesca.
Un altro punto buono, se si pesca nei porti, è quello vicino alle banchine dove i pescatori effettuano la pulizia delle reti. Questa zona sarà sicuramente un punto di passaggio dei grossi gronghi.

Prima di iniziare l'azione di pesca, dovremo effettuare una pasturazione preventiva nella zona scelta (lanciando due o tre retine di sardine) e continuare la pastura ad ogni ora circa.

L'azione di pesca in se è molto semplice. Dopo aver preparato due o tre canne (dipende dalle condizioni del mare e dall'attività' dei gronghi e della minutaglia) ed averle riposte sul treppiede o picchetti si attenderà la tocca del grongo. Solitamente la tocca è molto decisa per cui è meglio lasciare, durante l'attesa, la frizione completamente aperta.
La ferrata dovrà essere abbastanza rapida (ricordandosi di chiudere al massimo la frizione) non permettendo al grongo grossi spostamenti, ma avverrà soltanto quando la lenza è completamente in bando.
L'azione di recupero del pesce dovrà essere piuttosto rapida cercando di staccare dal fondo la preda. Il grongo ha la tendenza a rifugiarsi in tana una volta abboccato e se riesce nell'intento portarlo a riva sarà quasi impossibile, soprattutto se lo stesso è di buone dimensioni.


NOTE E SUGGERIMENTI

A) Modi di innesco della sardina

Una sardina di circa 12 cm (misura ideale per la pesca) puo' essere innescata in diversi modi. I più comuni sono sostanzialmente tre: sardina intera, innesco della coda e innesco del filetto rivoltato. Il primo è più indicato per i grossi gronghi anche se non sempre seleziona la taglia. Il secondo si presta meglio al lancio ed è il più resistente mentre il terzo è quello senza dubbio più attirante (ma va cambiato più spesso) e potrebbe anche farci avere delle gradite sorprese (vedi la spigola o il sarago). Buona cosa durante l'azione di pesca è cambiare spesso il tipo di innesco in modo da presentare al pesce sempre soluzioni differenti. Il grongo è un pesce abbastanza lunatico e non mangia qualsiasi cosa gli viene presentato (alcuni la pensano così ma sbagliano!). Alle volte funziona meglio la sardina intera, altre la coda e altre ancora risulta micidiale il filetto rivoltato.

  • Sardina intera. Un ottimo sistema per innescare una sardina intera è quello di sfilare all'altezza della girella il terminale, trapassare con l'apposito ago la sarda e collegare all'ago l'asola in modo da poter far scorrere il filo all'interno della sarda. E' importante lasciare la punta dell'amo scoperta in modo da facilitare la ferrata.

  • Coda della sardina. Per prima cosa tagliare la coda della sardina alla distanza di circa 4-6 cm a partire dalla coda. Dopo di che fare un incisione longitudinale di circa 2 o 3 cm dal lato dove è stato effettuato il taglio e riporre l'amo nella sede creata (in modo da far scomparire il gambo dell'amo ma lasciando la punta al di fuori). Esistono due varianti di questo innesco. Uno prevede di asportare la lisca centrale subito dopo avere tagliato la coda rendendo il boccone più fluttuante e morbido, l'altro presenta la sardina al naturale con la lisca, in modo da avere un boccone molto resistente. L'ultimo passo è quello di assicurare il tutto con il filo elastico.

  • Filetto rivoltato. Questo tipo di innesco viene eseguito asportando dalla sardina un filetto di circa 5-6 cm. Dopo questa operazione il filetto viene appoggiato all'amo facendo attenzione a tenere la pelle rivolta verso l'interno (e la carne verso l'esterno). Come al solito occorrerà assicurare il boccone con il filo elastico.

B) Costruire un semplice segnalatore

Dato che la pesca al grongo viene effettuata principalmente di notte, un importante accessorio è il segnalatore luminoso delle tocche. Esistono in commercio alcuni modelli molto funzionali (vedi quelli della ditta Stonfo, per esempio), ma è anche possibile costruirli in modo artigianale. Il modello che andremo a costruire è molto semplice, è composto da un piombo di 15 grammi, una girella con moschettone, uno star light completo di tubicino di plastica e uno spezzone di filo di 30 cm. L' oggetto costruito va agganciato direttamente sulla lenza madre (fra i primi due passanti della canna) in modo da segnalare le tocche del grongo con il consueto su e giù. Il momento giusto per ferrare è quando il segnalatore è alto e la tensione è continua. Vedere la figura per capire come costruire questo indispensabile oggetto.

 



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