L'innalzamento delle temperature, le condizioni meteo sempre
più stabili ed il mare calmo, fanno dell'estate il periodo ideale per cimentarsi
in una tecnica che sta riscuotendo sempre più successo, non tanto per le
dimensioni delle prede che si vanno ad insidiare, ma soprattutto per il
divertimento che riesce a trasmettere:
il Beach Ledgering

Per questo motivo, prima che arrivasse la stagione calda, ho deciso di munirmi
di una canna da ledgering, la tipica canna con cimini intercambiabili sensibili
anche alla minima tocca, ed iniziare a cimentarmi in questa nuova tecnica.
Investire tempo e pazienza nel beach ledgering è stata una scelta piuttosto
azzeccata, la pesca è un continuo apprendimento ed è bene non fossilizzarsi su
di un solo modo di pescare, purtroppo non tutti i pescatori sportivi possono
inseguire le condizioni meteo marine ideali, sia per ragioni di tempo sia per
ragioni di lavoro, quindi molte volte c'è bisogno di dover scegliere strade
alternative a quella che maggiormente si predilige, che potranno risultare più
utili e vincenti in una determinata situazione; è da questo presupposto che
secondo il mio parere prende vita questa tecnica, come valida alternativa al
surf casting qualora non vi siano le condizioni per praticarlo.

Basi fondamentali del beach ledgering come ci suggerisce la traduzione delle
parole sono due, la spiaggia, luogo ideale per intercettare numerosi grufolatori
in pascolo, ed il pasturatore, arma micidiale a nostra disposizione per attrarre
le prede.
Parlando di prede non si può fare a meno di classificare come predilette la
mormora e l'orata, due pesci che invadono i grandi arenili della nostra penisola
nel periodo estivo per la gioia di tantissimi appassionati, ma allo stesso tempo
potremmo incorrere nei più svariati tipi di catture alternative:
cefali, triglie, ombrine,
leccie stella, spigole, tracine non mancheranno.
Così passando dalla teoria alla pratica, ho abbinato alla canna acquistata un
mulinello di taglia 2500 imbobinato con del buon nylon dello 0.22 ed ho iniziato a
pescare.
Viste le condizioni marine e le limpide acque estive sono d'obbligo fili sottili
e terminali in fluoro carbon in modo da rendere il tutto invisibile agli occhi
del pesce.
Per le montature vi consiglio molta semplicità, che si abbina bene con la
leggerezza; io personalmente utilizzo un pasturatore fisso con un peso compreso
tra i 20 ed i 40 grammi con uno snodo a 10 cm a cui va aggiunto il bracciolo di
1.50 - 2 metri di 0.12 in fluoro carbon.

Dopo aver deciso la montatura opportuna, altro passo da fare, di importanza
vitale per la buona riuscita della tecnica, consiste nel decidere con cura la
pastura per il brumeggio e la rispettiva esca da mettere all'amo.
Per la pastura vi sono numerose alternative anche se la più utilizzata è
costituita dal bigattino che in determinati spot può essere davvero miracoloso.
Personalmente però non amo tanto pescare utilizzando il bigattino come pastura
visto che bisogna per forza maggiore utilizzarlo anche come esca, quindi,
utilizzo quasi sempre pasture da me preparate, nella maggior parte dei casi
aromatizzate alla sarda, ma in svariate occasioni sono ottime anche
pasture al
gusto di formaggio.

Per ciò che riguarda le esche io penso che nelle grandi distese sabbiose possano
e debbano farla da padroni gli anellidi, nelle mie uscite ho avuto buonissimi
risultati con il verme americano, con l'arenicola e con il verme koreano
constatando che quest' ultimo funge bene se innescato intero, tenendolo vitale e
conferendogli possibilità di movimento.
Lasciando da parte gli standard penso, comunque, che ogni tipo di pastura e di
esca debba essere scelta di volta in volta in base al luogo di pesca, alle
condizioni marine ed al tipo di prede che vi si possono insidiare; nella pesca
non esistono certezze, anzi secondo il mio parere i grandi pescatori sono coloro
che non tengono conto di regole fisse e che dimostrano un grande spirito di
adattamento dinanzi ad ogni situazione.
Finalmente dopo la preparazione tecnica arriva il momento migliore e cioè il
momento in cui si inizia a pescare. Tutte le mie battute di beach ledgering sono
state piuttosto proficue e divertenti sotto tutti i punti di vista; grande
merito è da conferire ad uno dei pesci più presenti e più ricercati delle
spiagge italiane: la mormora.

Sin dal primo momento è stata lei il mio avversario principale, non sempre
arriva di botto l'esemplare di taglia, infatti, a volte, ho passato ore a
rilasciare piccoli pinnuti, ma se si persevera i risultati non tarderanno ad
arrivare; posso assicurarvi che combattere contro una bella mormora con la
nostra cannetta da ledgering costituisce una bellissima emozione.

Come ho già detto prima la mormora non è l'unica preda del beach ledgering,
dobbiamo ricordare che pasturando possiamo attirare a noi ogni specie di pesci,
anche questo è il bello di questa tecnica, quando il nostro cimino tentenna non
abbiamo alcuna certezza del tipo di preda con cui potremmo trovarci a lottare.
Pescare per credere ....
Giuseppe Bologna
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