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Orate a Fondo in Porto
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Testo di  Giuseppe Bologna
Fotografie di  Giuseppe Bologna
Data Pubblicazione  09/09/2007

Sul finire dell'inverno e con l'arrivo della stagione primaverile le orate si avvicinano alla costa, è a partire da questo momento che proveremo ad insidiarle; la tecnica più utilizzata e proficua è quella a fondo.

L'orata è una delle prede più affascinanti e pregiate dei nostri mari unica nel suo genere, dotata di una potenza e di una dentatura strabiliante. Frequenta fondali sia sabbiosi che rocciosi, quindi spiagge,scogliere e dighe foranee sono spot ideali, ma tra i vari spot quello che rappresenta il fiore all'occhiello per la pesca dell'orata a fondo è il porto dove essa è presente tutto l'anno viste le condizioni favorevoli dell'ambiente portuale.

Le postazioni più ambite sono inequivocabilmente le estremità di moli e banchine, le scogliere e le dighe foranee costruite a protezione del porto.

LA TECNICA

Per la pesca dell'orata a fondo, in porto, vi consiglio l'utilizzo di una canna con potenza di lancio non eccessiva, 80-100 in quanto non c'è il bisogno di ricercare distanze esasperate, ma deve trattarsi allo stesso tempo di una canna robusta per l'evenienza di poter incorrere in un esemplare di stazza da dover fronteggiare con una canna adeguata.

Per la montatura è d'obbligo l'utilizzo di un piombo scorrevole preferibilmente sferico che limiti gli incagli sul fondo e non costituisca intralci nella fase dell'abboccamento della preda; fase piuttosto lunga in quanto questo pesce è abituato a triturare e a preparare il boccone prima di ingoiarlo, è importante non avere fretta nel ferrare la preda ed aspettare quindi che il pesce abbia ingoiato. Vedremo, infatti, il cimino della canna tentennare millimetricamente numerose volte prima che si pieghi definitivamente.

Sempre per questo motivo e per non far insospettire la nostra preda utilizzeremo terminali lunghi almeno 1,5-2 metri del diametro compreso tra 0.18 e 0.26 vista la sua dentatura.

Altra accortezza fondamentale è la scelta di un amo robusto in grado di resistere a forti sollecitazioni da scegliere in funzione dell'esca da utilizzare.


La Lenza Utilizzata

LE ESCHE

Le esche che utilizzate più di frequente per l'orata sono gli anellidi tra i quali prediligo il sanguigno verme americano, il verme coreano, il bibi e l'arenicola napoletana.

L'orata è dotata di una dentatura robustissima che le permette frantumare il guscio dei molluschi bivalvi, per questo motivo fra le esche da utilizzare possono essere aggiunte quelle che il pesce trova naturalmente in mare come mitili, fasolari, cannolicchi ed il murice, esca molto selettiva in quanto l'orata ne è molto ghiotta ed è l'unica capace a triturare il suo guscio resistentissimo.

Non di minore importanza è il piccolo granchietto, indifferentemente di scoglio o di sabbia a seconda dell'ambiente in cui ci troviamo a pescare.

Poiché ci troviamo di fronte un pesce molto diffidente io uso curare nei minimi particolari la fase dell'innesco e cercare di velare l'inganno nel miglior modo.

I mitili vanno innescati dalle valve e tenuti all'amo con del filo elastico, per ciò che riguarda vermi vi consiglio di usare lo specifico ago per innesco, coprire interamente l'amo e far salire il verme, quando possibile, qualche centimetro sul terminale stesso.

Auguro a tutti gli appassionati di pesca l'incontro con questa preda unica nel suo genere per via delle emozioni che riesce a trasmettere.
 



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