Vi sarà sicuramente capitato di trovarvi sulle sponde di un
fiume o di un lago con la vostra inseparabile bolognese, ottima giornata, tanto
pesce, ma poche toccate di qualità … causa la minutaglia che polverizza le
nostre esche …

In quasi tutti i nostri grandi corsi d'acqua (mi riferisco
per esperienza ai fiumi e i laghi dell'Italia centrale) si trova infatti una
grande concentrazione di piccoli pesciolini che stazionano prevalentemente
vicino le sponde dove trovano un habitat perfetto per crescere e prolificare.
Talvolta queste specie sono insidiate specificatamente dai pescatori occasionali
come dai garisti, come succede con le alborelle. Altre volte, però, la
minutaglia è un fastidioso vicino per il pescatore che tenta catture di taglia.
Questi pascetti (naturalmente a seconda della specie, del
luogo di pesca, e della stagione) stazionano in prevalenza a pelo d'acqua o a
mezz'acqua, dove cercano cibo e trovano la compagnia dei loro simili, lontano
dai predatori. Ci riferiamo a tante specie di pesci, dall'alborella, al triotto,
ai persici sole e a tutta la piccola taglia delle famiglie che popolano i nostri
fiumi (gardon, scardole, cavedani, acerine, etc.)
In primo luogo, il fastidio creato dalla minutaglia è dato
dalla rapidità con la quale si gettano sulle palle di pastura e sull'alone di
sfarinati che si disperde nell'acqua dopo il lancio. Ciò succede soprattutto
quando lavoriamo con pasture a mezz'acqua, ma anche quando, per effetto di
agenti disgreganti all'interno dei composti, o per la sbagliata pressione delle
sfere di questi, la pastura si disperde troppo rapidamente senza giungere sul
fondo.
Una soluzione a questo problema è di stringere e
pressare bene l'impasto, evitando di aggiungere sfarinati non bagnati alla fine
della preparazione. Più le nostre palle di pastura saranno dense e più
facilmente riusciranno ad arrivare sul fondale integre. Perciò è da evitare il
disperdere sfarinati pressati male o disgregati nelle acque, se si vuole evitare
l'arrivo della minutaglia. E' consigliabile inoltre aggiungere l'acqua contenuta
nei barattoli di mais nella pastura: questo liquido ha un impressionante
capacità aggregante e renderà la nostra pastura compatta. E' invece
assolutamente sconsigliabile, al fine di ridurre questo effetto, aggiungere del
latte negli impasti. Questo alimento è un richiamo infallibile per la
minutaglia.
Altrettanto inutile sarà una pasturazione a base di bigattini,
che verranno polverizzati dai tanti ospiti indesiderati. L'unica soluzione in
questo caso è l'uso di collanti appositi, magari aggiungendo della ghiaia alle
larve per facilitare la discesa verso il fondo.
Il fastidio però non si avverte solo durante la pasturazione.
Le nostre esche potrebbero essere, per vari motivi, costantemente attaccate dai
gruppi di pascetti.
Questo accade quando utilizziamo montature non perfette.
Di solito, per insidiare la maggior parte dei "pesci bianchi", come anche per i
ciprinidi, bisogna giungere in corrispondenza del fondale, a una decina di
centimetri da questo. Bisogna considerare che al di sopra di questo livello si
intensifica notevolmente l'attività della minutaglia. Se le nostre esche
lavorano a profondità sbagliate, sarà quasi impossibile che qualche bell'esemplare
riesca a trovare l'amo prima dei tanti piccoli concorrenti.
Per evitare questo spiacevole inconveniente basta
ricorrere all'utilizzo di una comune sonda a molla da applicare sull'amo (ancora
meglio le sonde a scomparsa), che ci rivelerà con precisione l'altezza
dell'acqua nella nostra zona di pesca. Comunemente le acque dei nostri corsi
d'acqua non sono troppo alte, perciò non avremo troppi problemi nella scelta
della canna, anche se va sempre considerato che, a meno che non si usi un
galleggiante inglese, non si può raggiungere un fondo di 6 metri con una canna
di 4 metri.
A volte, nonostante siamo riusciti a determinare il fondo e a
lavorarci, può capitare che a causa della leggerezza eccessiva delle nostre
montature, l'esca impieghi troppo tempo ad arrivare sul fondale. Bisogna in
questi casi appesantire un po' la montatura: una montatura con un galleggiante
da un grammo e 10 pallini, è più lenta nella discesa rispetto ad una da 3 grammi
con 15 pallini. Una soluzione ancora più efficace è quella dell'utilizzo di una
piccola torpilla che concentra il peso in un unico punto, anche se rende molto
più statica e innaturale la nostra esca.
Quando ricorrono queste circostanze, è conveniente, oltre
alle soluzioni gia dette, l'utilizzo di esche alternative rispetto al
solito bigattino. Questa larva infatti risulta essere l'esca più attaccata dalla
minutaglia, tanto che anche i garisti la utilizzano nelle competizioni di pesca
all'alborella. Evitiamo perciò i bigattini, sia bianchi che rossi, preferendo
lombrichi e camole del miele o ancor meglio della farina, o in alternativa
del mais dolce naturale o aromatizzato.
Mentre però i primi hanno un valore universale poiché
qualsiasi pesce li attacca, quest'ultima è un'esca prettamente rubata al
carp-fishing, che funziona comunque anche con i carassi e in maniera molto
minore anche con altri ciprinidi.
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