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I Pagelli di Capo San Marco
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Testo di  Marcello Guadagnino
Fotografie di  Marcello Guadagnino
Data Pubblicazione  21/12/2008

IL Pagello (in dialetto Luvaro) viene considerato il principe del bolentino costiero, per la bontà delle carni, ma anche per la forza che sprigiona una volta allamato.


L’imbocco del molo di Portopalo di Menfi (Ag)

Questa volta siamo andati a cercare la nostra preda in compagnia di tre validi pescatori sportivi, ma anche tre belle persone con cui la mattinata passa piacevolmente tra una battuta e un Pagello allamato, il signor Fiamma, lo “ZioNicola e Capitan Gregorio che mi hanno accompagnato in questa battuta a poche miglia di distanza dal porto di Sciacca (Ag). La barca, un Lipari motorizzato con un 130 Cv diesel è risultato essere un ottimo natante per questo tipo di pesca. Partenza quindi alle 5:30 da Portopalo in direzione Capo San Marco. Dopo circa 7 miglia di navigazione prepariamo le canne e cominciamo la pesca scarrocciando.

Il vento che la mattina soffiava prepotente già dopo un ora si era calmato e si era “buttata” una bonaccia che aveva appiattito il mare.
La nostra attrezzatura da pesca è ottima, canne “Shimano”con vettino sensibilissimo, in bobina multi fibre del 22 ed ami “Kamikaze” affilati chimicamente del numero 12.


I Pagelli di taglia devono essere salpati con cautela visto che per la cattura devono essere impiegati braccioli molto sottili.

Un Pagello a pelo d'acqua.


“Caliamo” a fondo con piombi di circa 100g e cominciamo la pesca. Siamo rimasti per tutta la mattina su di una batimetrica quasi costante sui 28/30 metri aiutati da una corrente favorevole e da un’ancora pallone che frenava il movimento del natante. La nostra è stata una pesca molto selettiva, l’amo numero 12 ed esche voluminose come il Cappuccetto (piccolo mollusco simile alla seppia) ci hanno permesso di portare a bordo soltanto pagelli e qualche sauro, evitando gli attacchi della minutaglia.


Capitan Gregorio con una preda.

Il nostro equipaggio era abbastanza scoraggiato da come stava andando la pesca, il signor Fiamma dopo la prima cattura ha cambiato esca passando al verme coreano ma con pochi risultati.


Lo “Zio Nicola” con una pagello.

Verso le 8 comunque passiamo su di una distesa fangosa e le catture si fanno più frequenti sia Capitan Gregorio che lo “Zio” Nicola salpano un paio di prede “di taglia” raccontandomi nel frattempo la loro scala di misurazione per specie ittiche: prede sotto i 250 grammi sono dette “da padella”, prede al di sopra dei 250g sono dette “da griglia”.


Il Signor Fiamma alle prese con i terminali da montare.

Abbiamo scarrocciato per circa 1.5 miglia, dove il nostro ecoscandaglio ha sempre indicato un fondale fangoso a volte misto a sabbia.
Ci siamo tenuti sempre sulla batimentrica dei 29 metri, e la temperatura superficiale dell’ acqua era di 18.5 °C circa. La temperatura esterna era di 32 °C.
Da indicare la luna piena alta sino a tarda mattinata.


L’ecoscandaglio in nostra dotazione un Fishfinder 250 della Garmin.

Ridendo e scherzando il signor Fiamma mi confida che la scorsa settimana avevo portato a bordo un Pagello di taglia di circa 900 g, dimensione considerevole per le nostre zone, e che quindi la sfida con il mare adesso sarà di tentare di battere quel record.


Parte dell’ attrezzatura utilizzata.

La pesca si è conclusa decentemente, ma il mare e le persone che lo amano come il nostro equipaggio ancora una volta hanno reso possibile una giornata indimenticabile.

  Identikit  
Come riconoscere il Pagello Fragolino

Il Pagello Fragolino (Pagellus erythrinus) è presente lungo tutte le nostre coste, tanto da venire identificato con nomi dialettali che variano da regione a regione, i più comuni tre i quali sono Pagello, Parago, Luvaro, Lustrino, Ribon, Pagau.

Morfologia

Appartiene alla famiglia degli sparidi e, come tale, ha corpo allungato, compresso lateralmente,capo tondeggiante e bocca che che si apre in posizione terminale inferiore.
Colore rosa intenso, privo di fasce ma con piccole macchie di colore azzurro.

Habitat

Predilige zone fangose o con formazioni coralline alla roccia ed alla posidonia,
dove grufola sul fondale per cibarsi.
Vive ad una profondità compresa tra i venti e gli ottanta metri ma può capitare di ritrovarlo anche a maggiori profondità.

Comportamento

E una specie gregaria, vive in branchi più o meno numerosi, di solito accompagnati da menole, saraghi e sciarrani.



Marcello Guadagnino
 



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